Brepols Online Books Medieval Miscellanea Archive Supplement v2016 - bobar16mimex
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Amís y Amiles
show More to view fulltext, buy and share links for:Amís y Amiles show Less to hide fulltext, buy and share links for: Amís y AmilesAmís y Amiles son los protagonistas de una serie de obras que se difunden por todo el occidente europeo desde el siglo XII, dando lugar a una epístola en latín, un cantar de gesta en francés, un relato hagiográfico en latín, varios exempla, una pieza teatral... La huella del tema de la amistad fraternal se encuentra también en catalán y en castellano.
Este libro, preparado por los profesores Carlos Alvar (Université de Genève) y Hugo O. Bizzarri (Université de Fribourg), presenta en edición bilingüe los principales textos en los que aparece el motivo de “los dos hermanos” o “los dos amigos”.
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Dialogues et résistances
show More to view fulltext, buy and share links for:Dialogues et résistances show Less to hide fulltext, buy and share links for: Dialogues et résistancesAuthors: Stephen Morrison and Aude MaireyLes textes présentés dans ce recueil, traduits pour la première fois en français, ont été composés entre le milieu du XIVe et du XVe siècle, alors que l’Angleterre connaît de fortes transformations dans tous les domaines - politiques, sociaux, culturels, économiques - non sans résistances. Poèmes, sermons ou encore tracts polémiques, produits dans un contexte de développement de la 'literacy' (aptitude à lire et à écrire) et d’une culture écrite en anglais, s’interrogent, et parfois contestent, ces évolutions. Ces textes suggèrent tous qu’en réalité, ces transformations fonctionnent ensemble et ils constituent tous des lieux de communication, de dialogue ou de résistance (voire les deux) dans une société anglaise alors en pleine ébullition.
Aude Mairey est chargée de recherche (CNRS) au Laboratoire de médiévistique occidentale de Paris. Elle travaille actuellement sur la constitution d’une culture laïque en Angleterre à la fin du Moyen Âge. Stephen Morrison est professeur de littérature anglaise médiévale à l’université de Poitiers et directeur-adjoint du Centre d'Etudes Supérieures de Civilisation Médiévale. Il s'intéresse principalement au travail d'édition de textes anciens.
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I beni di questo mondo. Teorie etico-economiche nel laboratorio dell’Europa medievale
show More to view fulltext, buy and share links for:I beni di questo mondo. Teorie etico-economiche nel laboratorio dell’Europa medievale show Less to hide fulltext, buy and share links for: I beni di questo mondo. Teorie etico-economiche nel laboratorio dell’Europa medievaleSfatato il mito storiografico di un Medioevo incapace di pensare i fenomeni economici e le dinamiche della ricchezza se non in termini pesantemente dogmatici ed alieni dalla realtà effettuale, da alcuni decenni si fa sempre più vivace l’attenzione degli studiosi per la riflessione etico-economica medievale. Ormai si riconosce che, seppure secondo modelli non riducibili alle categorie del “pensiero economico classico”, il periodo medievale ha elaborato una serie di letture della sfera economica di notevole interesse. Molto partecipato è ora il dibattito tra gli specialisti su quale rapporto esista tra la riflessione medievale - in particolar modo quella tardo-medievale - e la modernità. La raccolta di saggi si presenta come un luogo di incontro e di confronto tra diverse metodologie che affrontano i discorsi etico-economici medioevali. Il lettore vi può infatti apprezzare non solo il prevalente approccio storico-filosofico, ma anche quello di storia dei lessici e dei linguaggi economici. Non mancano tuttavia interventi che si collocano nella tradizione della storia del pensiero economico, mentre in altri prevale l’interesse per la storia delle idee. La pluralità tuttavia non si riscontra solo nelle metodologie di indagine adottate, ma anche nelle fonti esaminate, presentando così un quadro in cui la filosofia, la teologia, il diritto medievali si incrociano e si confrontano nel tentativo di normare ed insieme interpretare i fenomeni economici. La ricchezza di questo volume ne fa uno strumento indispensabile per apprezzare i risultati raggiunti dalla ricerca più recente e per coglierne le tendenze future.
Contributi di: A. Arezzo (Bari), P. Blažek (Praha), M. Bukała ( Warszawa), S. Campanini ( Paris), M. Conetti (Università dell’Insubria), R. de Filippis (Salerno), R. Lambertini (Macerata), L. Lanza (Fribourg), M. Leone (Leuven), P. Palmeri (Palermo), S. Piron (Paris), P. Prodi (Bologna), G. Rossi (Verona), R. Schüssler (Bayreuth), S. Simonetta (Milano), G. Todeschini (Trieste).
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Le trasformazioni del V secolo. L'Italia, i barbari e l'Occidente romano
show More to view fulltext, buy and share links for:Le trasformazioni del V secolo. L'Italia, i barbari e l'Occidente romano show Less to hide fulltext, buy and share links for: Le trasformazioni del V secolo. L'Italia, i barbari e l'Occidente romanoIl V secolo è l’epoca in cui avvennero eventi cruciali nella storia del mondo romano, quali le invasioni barbariche e la fine del governo imperiale in occidente. Le conseguenze di questi eventi sono state oggetto di meditazione fin dalle origini della storiografia moderna: segnarono la fine del mondo e della civiltà antica, dando inizio di fatto al medioevo, come vuole una tradizione che va dagli umanisti italiani agli storici accademici tedeschi dell’Ottocento, o si trattò piuttosto di una radicale trasformazione dell’ordinamento politico dell’occidente romano, che però non mutò sostanzialmente l’organizzazione sociale e le tradizioni culturali delle province, come ritengono oggi importanti filoni della ricerca storica ?
Alla luce di questa problematica il secondo seminario organizzato dal Centro interuniversitario di storia e archeologia dell’alto medioevo, di cui questo volume raccoglie gli atti, ha riesaminato molti aspetti fondamentali del V secolo con l’impostazione multidisciplinare che è propria del Centro, focalizzando in particolare l’attenzione sulla situazione italiana, messa a confronto con quella delle altre province dell’Occidente. Si sono indagati, con originalità di prospettive e ricchezza di nuovi dati, gli aspetti istituzionali e ideologici degli ultimi tempi dell’impero in Italia, le testimonianze archeologiche dell’insediamento dei barbari nelle province, le trasformazioni delle città e dell’insediamento rurale, la dinamica demografica, la produzione artistica e monumentale, la cultura dei laici e degli ecclesiastici. I risultati di queste nuove indagini portano un contributo essenziale alla conoscenza e alla comprensione di un’epoca drammatica e feconda, che costituisce un momento fondamentale nella storia d’Europa.
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Les lais bretons moyen-anglais
show More to view fulltext, buy and share links for:Les lais bretons moyen-anglais show Less to hide fulltext, buy and share links for: Les lais bretons moyen-anglaisParmi les romans moyen-anglais, le petit groupe des lais bretons se distingue par un ensemble de traits spécifiques : brièveté, intervention du merveilleux celtique, place prépondérante accordée à l’amour. Huit poèmes qui répondent à ces caractéristiques sont parvenus jusqu’à nous. A la fin du XIVe siècle, Chaucer donne sa version d’un lai breton dans le « Conte du Franklin », l’un des Contes de Cantorbéry.
Ce recueil conçu par un groupe de médiévistes anglicistes réunit pour la première fois les neuf lais bretons moyen-anglais en un seul volume. Il ajoute à la liste traditionnelle Sir Landeval, traité ici comme une œuvre à part entière et non comme une version de Sir Launfal, et le « Conte du Franklin », habituellement édité avec les œuvres de Chaucer. Le texte moyen-anglais est accompagné d’une traduction française. Un apparat critique pour chaque lai complète l’ouvrage.
Textes traduits et présentés par Jean-Jacques Blanchot, Guy Bourquin, Hélène Dauby, Philippe Mahoux-Pauzin, Anne Mathieu, Marthe Mensah, Colette Stévanovitch, Claire Vial, Martine Yvernault.Sous la direction de Colette Stévanovitch et Anne Mathieu.
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Lo scotismo nel Mezzogiorno d’Italia
show More to view fulltext, buy and share links for:Lo scotismo nel Mezzogiorno d’Italia show Less to hide fulltext, buy and share links for: Lo scotismo nel Mezzogiorno d’ItaliaQuesto Congresso è nato in occasione del Settimo Centenario della morte del beato Giovanni Duns Scoto, uno dei pensatori più influenti ed innovativi della Grande Scolastica.
Il Congresso condensa molti studi ed edizioni di importanti studiosi nazionali ed internazionali, che vertono sulle principali tematiche del pensiero scotista e sull’eredità di Scoto.
Conviene porsi una questione basilare, che concerne la stessa natura di quella che é chiamata "scuola scotista", ossia cos'é uno scotista? Come diviene scotista? Qual é l'influenza della scuola scotista nel suo insieme?
Infatti, l' assenza di un preciso quadro istituzionale di riferimento produce da principio una libera relazione dei discepoli con il maestro; essa non consente d' individuare precise linee di progressione delle teorie del maestro.
Nel primo Trecento, mentre le opere di Scoto con le ampie annotazioni marginali vengono lette, le idee di Scoto incontrano resistenze soprattutto in materia teologica ad Oxford; tali resistenze talvolta sfociano nell' accusa di eresia. Invece, lo scotismo cinquecentesco si basa su una serie di espliciti commenti alle opere scotiane.
Ci si portrebbe domandare se lo scotismo sia esistito veramente. Ma, se si lascia parlare i contemporanei, ci si accorge che essi si percepivano come scotisti.
Cosi la scuola scotista non appare come qualcosa di rigido e morto, ma come qualcosa di vivo e magmatico, la cui forma precisa continua ad essere studiata, come questo Congresso si propone di fare, dandosi come tema lo scotismo nel Mezzogiorno d' Italia dal secolo XIV al Novecento.
Perciò, il Congresso parte da Guglielmo di Alnwick, Landolfo Caracciolo e Pietro d' Aquila per giungere fino a Giovanni Vallone da GIovinazzo, Angelo Volpe, Bonaventura Belluto e Diomede Scaramuzzi.
Comitato di lettura: Luigi de Santis, Francesco Fiorentino, Olivier Riboldi.
Con i contributi di : F. Amerini (Parma), S. Cecchin (Roma), D. Demange (Paris), L. De Santis (Lecce), W.Duba (Fribourg), F. Fiorentino (Bari), G. Lauriola (Castellano-Grotte), C. Marmo (Bologna), R. Osculati (Catania), L. Parisoli (Cosenza), G. Roccaro (Palermo), H. Schneider (Mönchengladbach), C. Schabel (Nicosia), M. Serafini (Perugia), O. Todisco (Roma), A. Vos (Utrecht).
Copertina: Lequile (Lecce), Convento S. Francesco, Biblioteca Antica (architrave della porta d' ingresso), ignoto frescante francescano, sec. XVII: "I Maestri minori" della scuola filosofico-teologica scotista.
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Ministerium sermonis.
show More to view fulltext, buy and share links for:Ministerium sermonis. show Less to hide fulltext, buy and share links for: Ministerium sermonis.The Sermones ad populum are a part of Augustine’s work that, especially in its relation to the rest of the Augustinian corpus, deserves more attention. Frequently studied topics are the transmission of the sermons, the bishop’s homiletic methodology, his use of Scripture and classical rhetoric, his view on the episcopate, his theology of proclamation and his opinions about the cult of the martyrs. Augustine’s sermons also serve as an invaluable source for the study of the North African Church and its liturgical practices at the end of the fourth and the beginning of the fifth century. The dating and the chronology of the sermons have likewise been the object of many publications. As a matter of fact, they are still much debated.
On May 29-31, 2008, the research units History of Church and Theology and Literary Studies: Latin Literature of the Katholieke Universiteit Leuven organized an international conference on Augustine’s Sermones ad populum in collaboration with the Scientific Committee of the Series Latina of Corpus Christianorum (Brepols Publishers), the Revue bénédictine (Maredsous) and the Augustinian Historical Institute (Heverlee). The conference was intended to bring together scholars who have recently made important contributions to the study of Augustine’s work in general and his preaching in particular, as well as specialists in the field of Early Christian homiletics.
This volume elaborates the contributions presented during the conference and includes articles by I. Bochet, P.-M. Bogaert, L. De Coninck, R. Dodaro, V.H. Drecoll, H. Drobner, A. Dupont, M. Lamberigts, G. Partoens, E. Rebillard, P. Tombeur, P. Van Geest, H. Van Oort, D. Weber, C. Weidmann, J. Yates.
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Florilegium mediaevale
show More to view fulltext, buy and share links for:Florilegium mediaevale show Less to hide fulltext, buy and share links for: Florilegium mediaevaleEn décembre 2007, Jacqueline Hamesse a fêté son 65ème anniversaire, puis a accédé à l’éméritat en 2008. Nombreux sont les collègues et amis qui ont souhaité marquer ces dates en rendant hommage à son dévouement aux études médiévales, que ce soit dans l’enseignement et la recherche ou pour la création et le développement d’institutions internationales dans ce domaine, sans oublier les efforts déployés pour l’édition de nombreux ouvrages collectifs et l’organisation de diverses rencontres scientifiques. Nous avons donc décidé de lui dédier ce volume d’études intitulé «Florilegium mediaevale. Études offertes à Jacqueline Hamesse à l 'occasion de son éméritat ».
L’ouvrage comprend vingt-neuf études concernant l’un des quatre thèmes suivants: les textes philosophiques dans leur contexte et leur support matériel, les instruments travail ainsi que le vocabulaire des textes philosophiques. En effet, ce sont des domaines qui ont surtout retenu son attention depuis de nombreuses années et dans lesquels elle a apporté des contributions significatives à la recherche.
Le volume comprend des contributions de: L-J. Bataillon (†) et O. Weijers (Paris / Den Haag), F. Bertelloni (Buenos Aires), Ch. Burnett (London), J. Casteigt (Toulouse), J. Celeyrette et J-L. Solère (Lille / Boston), W. Courtenay (Wisconsin-Madison), G. Dahan (Paris), G. Dinkova-Bruun (Toronto), K. Emery Jr. (Notre Dame), Ch. Erismann (Cambridge), B. Faes de Mottoni (Milano), G. Federici Vescovini (Firenze), B. Fernández de la Cuesta (Madrid), R. Friedman et Ch. Schabel (Leuven / Nicosia), D. Gottschall (Lecce), S. Harvey (Jerusalem), I. Heullant-Donat (Reims), R. Hissette (Köln), M. Hoenen (Freiburg i.B.), J. Meirinhos (Porto), O. Merisalo (Jyväskylä), M. Mulchahey (Toronto), M. J. Muñoz Jiménez (Madrid), M. C. Pacheco (Porto), G. Piaia (Padova), R. H. Pich (Porto Alegre), J. Puig Montada (Madrid), R. Ramón Guerrero (Madrid), C. Sirat et M. Geoffroy (Paris), G. Spinosa (Roma), I. Ventura (Louvain-la-Neuve).
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Immaginario e immaginazione nel Medioevo
show More to view fulltext, buy and share links for:Immaginario e immaginazione nel Medioevo show Less to hide fulltext, buy and share links for: Immaginario e immaginazione nel MedioevoIl nostro immaginario non è di grande aiuto quando cerchiamo di comprendere quello altrui, e insieme studiare i meccanismi dell’immaginazione che lo hanno elaborato. Se poi si tratta dell’Età di mezzo, lo sforzo per sgombrare la mente da pregiudizi e immagini storicamente false, ma molto di moda, dovrà essere ingente. Anche per questo nel 2008 la Società Italiana per lo Studio del Pensiero Medievale (Sispm) ha deciso di dedicare il suo convegno annuale al tema Immaginario e immaginazione nel Medioevo. Un titolo impegnativo, e anche a una prima lettura palesemente ambiguo: immaginario infatti può essere inteso come un aggettivo, ovvero il prodotto dell’immaginazione, e in senso lato è detto di qualcosa di fittizio, apparente, illusorio. Immaginario è però anche un sostantivo che indica l’insieme delle rappresentazioni del mondo e delle fantasie di un individuo o di un gruppo o di un’intera collettività. Il convegno ha preso l’avvio proprio da questa concezione di immmaginario, per proseguire sulla scia di altre possibili declinazioni: dalle immagini dell’impero ai casi dei monstra fino al ruolo della fisiognomica. Indubbiamente la deriva neoplatonica ha molto pesato sulla diffidenza almeno teoricamente espressa dagli autori medievali nei confronti dei prodotti della facoltà dell’immaginazione. Ma accanto al sospetto verso tutto ciò che proviene dalla sensibilità o ad essa riporta, si deve segnalare una forte attenzione per tutto ciò che attraverso i sensi possa aiutare l’intelletto, anche nei percorsi più arditamente teologici, e insieme un’apertura verso la realtà materiale - da un Dio buono creata e da lui così voluta -, che porta a non poter accettare in maniera totalizzante il rifiuto per una natura che si porge allo sguardo avvolta da misteriosa bellezza e che come tale viene ricostruita dalla phantasia o da una facoltà immaginativa, e poi dalle penne e dalle mani degli artisti.
Interventi di F. Amerini, M. Bettetini, G. Briguglia, F. Caldera, L. Cappelletti, M. Cristiani, G. d’Onofrio, G. Fioravanti, M. Gallarino, G. Gambale, R. Gatti, C. Motta, S. Nagel, A. Palazzo, F. Paparella, V. Perone Compagni, A. Robiglio, A. Rodolfi, J.-C. Schmitt, C. Selogna, P. Spallino, G. Zuccolin.
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Les lieux de l'argumentation
show More to view fulltext, buy and share links for:Les lieux de l'argumentation show Less to hide fulltext, buy and share links for: Les lieux de l'argumentationCe volume retrace l’histoire complexe du raisonnement topique, c’est-à-dire, à la suite d’Aristote, du raisonnement qui part de prémisses probables et non nécessaires, mais aussi de toute argumentation gouvernée par ce que la tradition appelle les lieux (topoi puis loci).
Qu’est qu’une argumentation crédible ? Quelles sont les procédures qui peuvent évaluer la cohérence et le bien-fondé d’arguments, et qui, tout en prétendant être probants et aspirant même à une certaine forme d’universalité, ne peuvent pas compter sur des prémisses et sur des dispositifs déductifs nécessaires ? Ces questions ont été agitées depuis l’Antiquité sous une double impulsion : d’une part, la conviction que la déduction formelle est le modèle idéal de l’argumentation valide ; de l’autre, la reconnaissance du fait que l’application de cette validité est très restreinte, exigeant des conditions qui ne peuvent être réunies que très rarement. Ainsi l’exigence s’imposa de penser des modalités d’argumentation crédibles et convaincantes, irréductibles à la déduction « analytique » ou formelle, mais ne se contentant pas pour autant avoir recours à la manipulation des affects ou à des vagues effets de vraisemblance, et pouvant produire certains types de preuve.
La réflexion sur le statut de la preuve dans les argumentations crédibles s’est toujours exercée au sein de la tradition croisée de la logique démonstrative, de la dialectique et de la rhétorique. Son enjeu majeur a été de s’interroger sur les présupposés, les dispositifs et les critères de validité de ce que l’on peut appeler l’inférence naturelle, à savoir la chaîne argumentative que nous élaborons pour soutenir ou pour réfuter une thèse, en apportant des preuves, sans mobiliser des compétences ou des savoirs spécifiques. Tout un chacun se trouve quotidiennement dans la situation de défendre une thèse ou de la réfuter dans des controverses, dont le but est de l’emporter non par la violence, mais par l’obtention de l’assentiment motivé de l’adversaire. Notre projet a été donc déterminer les modalités propres à ce type d’argumentation.
L’ouvrage vise à examiner la matrice théorique où ces questions ont été historiquement formulées, à savoir la théorie du raisonnement topique. Il examine d’abord la théorie aristotélicienne et plusieurs théories hellénistiques (néo-platonicienne et stoïcienne), les développements originaux du monde arabe, et l’œuvre de Cicéron. Ensuite, est considérée la séquence qui prend Boèce pour point de départ, et l’on suit le devenir de ces problèmes tout au long du Moyen Âge puis de la Renaissance, avec une percée jusqu’à Leibniz. Un certain nombre de problèmes précis doivent être suivis : qu’est-ce qu’un « lieu » ? quel est le rapport entre le lieu et la maxime ? quelle est la fonction de la maxime ? comment à partir du lieu et de la maxime sont produits les arguments ? Par là, les relations complexes entre théorie du syllogisme en général, théorie du syllogisme dialectique ou topique, théorie des conséquences doivent être précisées selon les auteurs, courants et périodes. Enfin, à côté de ces travaux centrés sur les théories logiques médiévales et renaissantes, une partie des contributions doit s’interroge sur l’usage des raisonnements topiques dans d’autres disciplines : le droit, la théologie et la médecine.
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Continuities and Disruptions between the Middle Ages and the Renaissance
show More to view fulltext, buy and share links for:Continuities and Disruptions between the Middle Ages and the Renaissance show Less to hide fulltext, buy and share links for: Continuities and Disruptions between the Middle Ages and the RenaissanceThis volume explores the question of continuities and disruptions between the Middle Ages and the Renaissance. Rather than addressing the question in a general way, it brings together a number of case studies, dealing with the changing interest in, and knowledge of Stoicism, the variations in the manuscripts of medical texts, the changing emphases within the penitential genres of 'Mirrors', developments in the philosophy of love and in attitudes towards pagans, and the transformation of the art of disputation between the Middle Ages and Renaissance. One article considers the interpretation by a Renaissance scholar (Girolamo Cardano) of the ideas of a medieval scholar (Pietro d'Abano) concerning nature and demons, while another looks at the 16th-century School of Salamanca as a synthesis of the two periods. These papers were originally presented at the second colloquium of the Fédération Internationale des Instituts d'Études Médiévales with the same title, organised jointly by two institutes that embody between them Renaissance and Medieval Studies: the Warburg Institute of London, and the Gabinete de Filosofia Medieval of Porto.
The volume includes papers by J. Marenbon (Cambridge), G. Giglioni (London), J. Kraye (London), O. Merisalo (Jyväskylä), S. Orrego-Sánchez (Santiago de Chile), A. Passot-Mannooretonil (Paris), J. J. Vila-Chã (Braga) and O. Weijers (Den Haag).
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Cosmogonie e cosmologie nel medioevo
show More to view fulltext, buy and share links for:Cosmogonie e cosmologie nel medioevo show Less to hide fulltext, buy and share links for: Cosmogonie e cosmologie nel medioevoIl volume raccoglie 25 studi sulla cosmologia medievale, affrontata nelle sue diverse componenti in un arco di tempo che va da Calcidio al XIV secolo. Dieci contributi investigano questioni di cosmologia ebraica e islamica, in particolare le opere di Gersonide (R. Gatti), Maimonide (L. Pepi), Avicenna (C. Di Martino), Avicenna (O. Lizzini), Sohravardî (I. Panzeca), Qûnawî (P. Spallino), i Fratelli della Purità (C. Baffioni) e le interferenze fra medioevo islamico e latino: la grande questione delle cosmologie alchemiche (M. Pereira), testi tradotti come il De secretis naturae (P. Travaglia), la dottrina del grande anno in Thebit e Pietro d’Abano (F. Seller). All’influenza della Patristica greca sul pensiero occidentale dedicano ampio spazio i lavori di E. S. Mainoldi e R. Gambino. Ulteriori studi presentano lo sviluppo del pensiero cosmologico e scientifico latino a partire da Calcidio (C. Militello), attraverso Adelardo di Bath (P. Palmeri), Guglielmo di Conches (G. Pellegrino) e documenti diversi (A. Tarabochia Canavero) sino alla ripresa dell’aristotelismo fisico, in particolare nei commenti universitari ai Meteorologica (G. Fioravanti), De caelo (C. A. Musatti, A. Vella) e in Dante (M. Gallarino, P. Falzone). La letteratura scientifica in volgare è rappresentata da Restoro d’Arezzo (U. Villani-Lubelli) e Ramon Llull (J. Gayà). A questioni di metodo storiografico è dedicato il saggio di G. Alliney, mentre un magistrale contributo di Tullio Gregory su «Cosmogonia biblica e cosmologie cristiane» traccia idealmente le coordinate generali del complesso problematico affrontato nelle sue diverse sfaccettature dagli autori del volume.
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New Essays on Metaphysics as “Scientia Transcendens”
show More to view fulltext, buy and share links for:New Essays on Metaphysics as “Scientia Transcendens” show Less to hide fulltext, buy and share links for: New Essays on Metaphysics as “Scientia Transcendens”This volume is not an historical study of the origins and development of medieval approaches to theories of transcendentals. Its point of departure is rather the role that transcendentals played in natural theology and metaphysical theories of the 13th. and 14th. centuries. Accordingly, the effort of John Duns Scotus (1265/6-1308) to systematize a theory of transcendental concepts provides the central inspiration for this book. The theories in focus are not only linked to metaphysical issues, but come to constitute the understanding of metaphysics as «First Philosophy». In the wake of the 13th-century reception of Aristotle, Scotus inaugurates a new beginning for the «science of reality as a whole», adumbrating theoretical elements that have exercised a remarkable influence on the history of philosophy and continue to do so today.
If Scotus offers a new understanding and a new systematic account of transcendentals in the form of an original conception of First Philosophy as the science of transcendentals - a conception which many believe introduces a «second beginning of metaphysics» within Western philosophy - the essays in this volume evaluate the innovations that his work inspired, and in this sense each of them is itself innovative. They offer a candid evaluation of the extrinsic and intrinsic merits of the Scotist interpretation - that is, they examine just how original the intepretation is within the history of ideas, and assess its internal consistency. In doing so, they take account of earlier philosophical attempts to understand both the interrelationship of transcendentals and the science of metaphysics. They also offer topical and expanded analyses of various elements of Scotus’s theory, as well as of its influence and developments within Scotist circles and the Franciscan tradition, as well as within Spanish scholasticism and the philosophical theology of our times.
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Vies médiévales de Marie-Madeleine
show More to view fulltext, buy and share links for:Vies médiévales de Marie-Madeleine show Less to hide fulltext, buy and share links for: Vies médiévales de Marie-MadeleineMarie-Madeleine a de tout temps nourri l’imaginaire chrétien. Figure de la pécheresse illuminée par la grâce, construite de toutes pièces par la patristique qui réunit en elle les traits de différentes femmes de la Bible, elle connaît au moyen âge un important développement. Le tournant des XIIe et XIIIe siècles lui invente même une vie légendaire et fait d’elle celle qui convertit la Gaule.
L’édition de la trentaine de textes actuellement connus que la tradition médiévale française lui consacre, établie à partir de plus de cent manuscrits, rend compte de la vitalité extraordinaire de la littérature hagiographique entre 1200 et 1500.
La description des exemplaires dans lesquels ces récits sont contenus affine notre compréhension de leurs conditions d’élaboration et de diffusion.
Ce riche matériau permet enfin de mettre à jour les mécanismes de traduction et les procédés d’écriture, puis de réécriture, utilisés par les auteurs. Il invite ainsi tant à l’interprétation littéraire qu’à des observations sur l’évolution de la langue ancienne.
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Averroes et les averroïsmes juif et latin
show More to view fulltext, buy and share links for:Averroes et les averroïsmes juif et latin show Less to hide fulltext, buy and share links for: Averroes et les averroïsmes juif et latinAutant que sa légende, qui traverse, hante ou fascine plusieurs histoires, l’oeuvre d’Abu al-Walid Muhammad Ibn Rušd (1126-1198) est d’une singulière richesse. Juridique, médicale, théologique ou philosophique, sous forme de traités ou de commentaires, elle est bâtie d’emblée sur divers pans, en vérité peu étanches, et sans doute, pour certains, opiniâtrement repris par leur auteur. Elle est en outre solidaire de son legs et de sa propagation, puisque son sort, comme on sait, sera de circuler aussi bien en hébreu qu’en latin entre différentes aires géographiques et culturelles : souvent mutilée, déformée, mais sauvée aussi, tantôt forte de sa clarté exégétique, ouverte à un destin de manuel, tantôt honnie, ou assumée, pour la puissance de scandale ou la radicalité qu’on y décelait.
L’objet du colloque fut d’étudier certains éléments cruciaux de cette pensée cohérente, mais dynamique, multiforme et accidentée, et de retracer quelques étapes de la Rezeptionsgeschichte de l’oeuvre du Commentateur chez les docteurs juifs et latins.
Les exposés sont dus à des spécialistes de ces questions : D. Twetten (Milwaukee), M. Geoffroy (Paris), R. C. Taylor (Milwaukee), R. Glasner (Jérusalem), A. Benmakhlouf (Nice), M. Aouad (Paris), C. Butterworth (College Park), B. Canova (Genève), M. Campanini (Naples), A. Ivry (New York), C. Sirat (Paris), S. Harvey (Ramat-Gan), F. Caldera (Pavie), Z. Kuksewicz (Varsovie), D. N. Hasse (Würzburg).
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La traduction vers le moyen français
show More to view fulltext, buy and share links for:La traduction vers le moyen français show Less to hide fulltext, buy and share links for: La traduction vers le moyen françaisLes médiévistes connaissent bien les sens que les Arts poétiques latins du Moyen Âge attribuent au mot translatio : transfert de langues et de cultures, mais aussi transplantation de lettres d’un monde à un autre monde, greffe vitale du passé sur le présent, donation de sens du présent au passé. Environ deux tiers des traductions médiévales sont faites entre le xiv e et le xv e siècle. Bien avant que la Renaissance ne revendique son ouverture sur le monde de l’Antiquité, le Moyen Âge, et en particulier les clercs de ses deux derniers siècles ont greffé sur la langue et la civilisation françaises tout un pan de la culture et de la littérature du passé, jusqu’en à en modifier pour toujours le code génétique. Réfléchir sur la traduction vers le moyen français, y compris celle del’oc vers l’oïl, comme nous avons voulu le faire lors du II e colloque de l’AIEMF (Association Internationale d’Études sur le Moyen Français), c’est être au cœur de la genèse de ce moyen français, de sa double proximité : avec l’ancien français et avec le français moderne. Le rôle joué par la traduction en moyen français apparaîtra encore plus clairement lorsque les médiévistes disposeront d’un répertoire global des traductions médiévales. Ce volume s’inscrit ainsi dans un projet plus vaste : Translations médiévales : cinq siècles de traductions en français, xi e-xve siècles (Brepols, 2010), qui recensera et interprétera les informations bibliographiques sur l’ensemble des textes traduits enfrançais entre le xi e et le x e siècle, offrant ainsi un répertoire exhaustif des textes translatés, de leurs traducteurs, de leurs commanditaires et de leurs horizons de réception.
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"Ad Ingenii Acuitionem". Studies in Honour of Alfonso Maierù
show More to view fulltext, buy and share links for:"Ad Ingenii Acuitionem". Studies in Honour of Alfonso Maierù show Less to hide fulltext, buy and share links for: "Ad Ingenii Acuitionem". Studies in Honour of Alfonso MaierùThe papers presented in this volume in honour of Alfonso Maierù cover some of the major topics of his research area. The institutional and intellectual life of university training in the Middle Ages, including the peculiar tradition of related works, is the focus of the papers by Louis Jacques Bataillon, William J. Courtenay, Jacqueline Hamesse, Zénon Kaluza, Loris Sturlese and Olga Weijers. Three papers, by Jacopo Costa, Pasquale Porro and Thomas Ricklin, deal with philosophical problems in Dante’s Monarchia and Convivio. The complex interrelations between logic and the other main aspects of medieval philosophy, with a particular attention to theology, metaphysics and natural philosophy, are the core of the other papers by Stefano Caroti, Sten Ebbesen, Barbara Faes de Mottoni, Simo Knuuttila, Alain de Libera, Olga Lizzini, Costantino Marmo, Claude Panaccio, Ivan Bendwell, Irène Rosier-Catach, Lambert Marie de Rijk, Leonardo Sileo, Luisa Valente, and Albert Zimmermann.
A larger number of friends and colleagues of Alfonso Maierù than those who appear as contributors and editors of this volume have warmly welcomed its publication. We could say, therefore, that it is absolutely contingent that the Editors are: Stefano Caroti (Università degli Studi di Parma), Ruedi Imbach (Université de Paris-Sorbonne), Zénon Kaluza (Centre d’Études des Religions du Livre, C.N.R.S), Loris Sturlese (Università degli Studi di Lecce) and Giorgio Stabile(Università degli Studi di Roma “La Sapienza”).
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Frontiers in the Middle Ages
show More to view fulltext, buy and share links for:Frontiers in the Middle Ages show Less to hide fulltext, buy and share links for: Frontiers in the Middle AgesThe first uses of the term frontiere in thirteenth-fourteenth-century French were military, referring to the first line of troops in a battle. In architecture it meant the front of a building, and at the end of the fourteenth century it was first used as a geographical term, in Spain specifically about the divide between the Christians and the Muslims. More than obstacles, medieval frontiers - whether geographical, political, military, intellectual or artistic - seem to have been bridges and points of contact.
Frontiers was the theme of the Third European Congress of Medieval Studies organised by the FIDEM in Jyväskylä, Finland, in 2003. True to the nature of the FIDEM, it was highly interdisciplinary, bringing together scholars from all over the world, addressing problems ranging from Byzantine administration to Icelandic vernacular scribal culture, during a week of extraordinary intellectual excitement.
This volume brings together forty-four contributions by specialists of history, history of ideas, medieval philosophy, philology, linguistics, literature as well as manuscript and archival studies.
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Itinéraires de la raison
show More to view fulltext, buy and share links for:Itinéraires de la raison show Less to hide fulltext, buy and share links for: Itinéraires de la raisonProfesseur aux remarquables qualités pédagogiques, Maria Cândida Pacheco possède la remarquable capacité des stimuler ses étudiants dans l' approfondissement des différentes matières qu' elle a enseignées. C'est dans le domaine de la Philosophie Médiévale que son activité s'avère la plus intense, bien qu'elle ait consacré ses premières études à la patristique grecque. Tant dans son enseignement que dans les études qu'elle a publiées se manifeste une attention particulière aux formes et au dynamisme de la rationalité, à la relation entre la philosophie, les institutions et les contextes de transmission du savoir (écoles, université, cour), à la place et aux répercussions des sources grecques, patristiques, arabes et hébraïques chez les penseurs latins, à l'émergence de la théologie en tant que science, à l'encyclopédisme et aux classifications des sciences, au thème de l'homme microcosme, aux translationes studiorum qui ponctuent le Moyen Age.
Maria Cândida Pacheco célèbre le 16 juillet 2005 son soixante-dixième anniversaire. Ce jour est le point culminant d'une longue et intense carrière universitaire de quarante-trois années d' enseignement et de recherche à la Faculté des Lettres de l' Université de Porto. A cette occasion ses disciples et collègues tiennent à lui rendre hommage à travers la publication de cet ouvrage. Les études figurant ici, qui chronologiquement s'étendent de l'aube de la patristique jusqu'à la seconde scolastique, abordent dans leur diversité quelques auteurs et thèmes qui ont suscité son plus vif intérêt.
Ce volume contient des contributions de: J. Cerqueira Gonçalves (Lisboa), J. Hamesse (Louvain-la-Neuve), O. Weijers (Den Haag), C.A.R. Nascimento (São Paulo), J.M. da Cruz Pontes (Coimbra), R. Ramón Guerrero (Madrid), J. Puig Montada (Madrid), M.L. Xavier (Lisboa), P. Bourgain (Paris), Ch. Burnett (London) - D. Luscombe (Sheffield), J. Meirinhos (Porto), G. Dahan (Paris), A. Poppi (Padova), B. Faes de Mottoni (Milano-Roma), M. Toste (Porto - Fribourg), J.A.C.R. de Souza (Goiás), L.A. De Boni (Porto Alegre), A. Maierù (Roma), F. Bertelloni (Buenos Aires), M.S. de Carvalho (Coimbra), P. Parcerias (Porto).
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Le felicità nel Medioevo
show More to view fulltext, buy and share links for:Le felicità nel Medioevo show Less to hide fulltext, buy and share links for: Le felicità nel MedioevoQu'est-ce que les hommes du Moyen Age entendaient par bonheur? La vision béatifique peut-être, les plaisirs de l'intellect, la jouissance des sens, ou encore une vie sociale pacifique ? Dix-huit historiens de la philosophie se sont interrogés sur les significations multiples des " bonheurs " pour en conclure que le Moyen Age ne poursuivait qu'un seul bonheur, celui de l'esprit ou de l'intellect. La pluralité demeure dans le lieu et dans la manière, dans le où et dans le comment : dans cette vie ou dans l'autre, avec les plaisirs du corps ou en opposition à ceux-ci, au sommet de la recherche philosophique ou de l'abandon mystique. Les doctrines sur le bonheur se présentent donc sous de multiples facettes : définition du bonheur éternel, quête d'un possible bonheur ici-bas et définition de celui-ci, rapport et différence entre les deux, valeur ou non-valeur de l'un par rapport à l'autre. Les interventions recueillies dans ce volume concernent des auteurs ou des groupes d'auteurs compris entre le IVe et le XIVe siècle, de langue latine, arabe et - pour ce qui est du dernier siècle, de langue vulgaire. Si l'on voit chez Augustin l'importance du thème du désir et, par conséquent, du souvenir d'un bonheur perdu qu'il ne faut pas poursuivre en vain, dans une vie riche d'affections et de joies licites, les penseurs suivants voudront surtout souligner le statut intellectuel d'une beatitudo qui, in via, n'est possible que par intervention directe de la Première Intelligence et donc grâce à un contact avec celle-ci. Le retour des textes aristotéliciens, avant tout chez les auteurs qui écrivent en langue arabe, rouvre le thème du bonheur politique, de la cohabitation bienheureuse dans un royaume bienheureux, et insiste à nouveau sur le caractère intellectuel de la vie heureuse, repris par les penseurs latins. Ces derniers, notamment dans leurs commentaires des textes aristotéliciens, affirment l'existence d'un bonheur pur de la pensée, le bonheur mental, qu'on peut distinguer du bonheur - toujours intellectuel - de la vision béatifique. L'issue de cette union ou de cette opposition est encore différente chez certains auteurs du XIVe siècle, où nous rencontrons plus facilement la métaphore du " toucher " que celle du " voir ".
Les auteurs: A. Arezzo (Bari); M. Bettetini (Milano); L. Bianchi (Vercelli); A. Bisogno (Salerno); M. Campanini (Milano); P. Carusi (Roma); L. Catalani (Salerno); I. Costa (Roma); G. Fioravanti (Pisa); G. Garfagnini (Firenze); E. Mainoldi (Salerno); P. Müller (Milano); S. Nagel (Pavia); M. Parodi (Milano); F. D. Paparella (Milano); M. Rossini (Milano); A. Saccon (Torino); I. Zavattero (Siena).
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Testi cosmografici, geografici e odeporici del medioevo germanico
show More to view fulltext, buy and share links for:Testi cosmografici, geografici e odeporici del medioevo germanico show Less to hide fulltext, buy and share links for: Testi cosmografici, geografici e odeporici del medioevo germanicoEn présentant un petit recueil de textes rares et peu étudiés, écrits en langue vulgaire, que ce soit l'anglo-saxon, le moyen-haut-allemand, le moyen-anglais, l'ancien islandais ou le norrois, ce volume donne un panorama de la diffusion des connaissances géographiques et cosmographiques parmi les populations germaniques de l'Antiquité tardive jusqu'au début de l'époque moderne. Après avoir analysé le Heimlýsing, une description du monde en ancien Islandais qui paraît dépendre des écrits d'Isidore de Séville, et les Fornaldarsögur Norórlanda, c'est-à-dire le corpus des anciennes sagas en norrois, on examine l'itinéraire du Grafen von Katzenelnbogen, à savoir un compte rendu très précis d'un voyage dans la Terre Sainte ainsi que les voyages 'virtuels' imaginés dans le poéme Cartula perge d'Alcuin de York et dans les Pilgrimages to the Holy Land en moyen-anglais. L'Enchiridion anglo-saxon du moine Byrhtferth documente la diffusion des connaissances astronomiques dans la culture de l'Angleterre du Haut Moyen Age ; le Lucidarius allemand et le Niederreinischer Orientbericht nous apprennent quant à eux les merveilles de l'Orient.
Dagmar Gottschall (Lecce) a coordoné les travaux de neuf spécialistes des langues germaniques anciennes : Francesca Chiusaroli (Rome), Carla Del Zotto (Rome), Carmela Giordano (Arezzo), Maria Cristina Lombardi (Naples), Lorenzo Lozzi Gallo (Bari), Simonetta Mengato (Venise), Andrea Meregalli (Arezzo), Celestina Milani (Milan) et Lucia Sinisi (Bari), qui esquissent par leurs contributions les contours d'un espace littéraire et culturel peu connu - l'Europe septentrionale -, dans lequel les écrivains rédigeant en langue vulgaire ont developpé une littérature géographique d'une valeur documentaire de première main.
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The Shadow-Walkers
show More to view fulltext, buy and share links for:The Shadow-Walkers show Less to hide fulltext, buy and share links for: The Shadow-WalkersElves and dwarves, trolls and giants, talking dragons, valkyries and werewolves: all these are familiar in modern movies and commercial fantasy. But where did the concepts come from? Who invented them? Almost two centuries ago, Jacob Grimm assembled what was known about such creatures in his work on 'Teutonic Mythology', which brought together ancient texts such as Beowulf and the Elder Edda with the material found in Grimm's own famous collection of fairy-tales. This collection of essays now updates Grimm, adding much material not known in his time, and also challenges his monolithic interpretations, pointing out the diversity of cultural traditions as well as the continuity of ancient myth.
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Pauper et peregrinus
show More to view fulltext, buy and share links for:Pauper et peregrinus show Less to hide fulltext, buy and share links for: Pauper et peregrinusEn 1958 Edmond-René Labande donnait, dans les Cahiers de Civilisation médiévale qu’il venait de fonder, les grands traits d’un projet «de recherche sur les pèlerins dans l’Europe des XIe et XIIe s iècles». Ce projet allait retenir prioritairement son attention pendant plus de trente ans, s’affiner au cours de nombreux séminaires, de congrès, de lectures, de comptes rendus.
Son travail l’aura retenu jusqu’à la fin de sa vie, mais il n’aura pu mener jusqu’au bout son dernier ouvrage, puisque les derniers chapitres de sa dernière partie n’auront pas été rédigés.
Fallait-il laisser perdre cette longue et patiente recherche dans les chroniques, récits de pèlerinage, vies de saints, cartulaires, dans la liturgie, la littérature, etc., et naturellement une considérable masse de lectures ? Ses proches et ses amis se sont longuement et longtemps interrogés. La décision a finalement été de mettre cette riche documentation sur le pèlerin chrétien à travers les âges à la disposition des chercheurs. Son fils François a fait une très soi gn euse préparation du texte. Marie-Thérèse Camus, Marie-Hélène Debiès, Claude Arrignon, Georges Pon et Robert Favreau ont revu le manuscrit pour compléter les références, faire toutes les vérifications possibles et établir une liste des sources et une bibliographie. Il restera quelques incertitudes et lacunes, mais elles sont secondaires par rapport à la synthèse qui pourra être ainsi disponible. Travail inachevé, et donc imparfait, mais combien précieux. Tel a été le sentiment des initiateurs, et la raison de la publication de ce travail d’un homme qui leur fut cher, qui «traversa cette vie comme un pèlerinage, double pèlerin qu’il fut de la connaissance et de la foi».
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Filosofia in volgare nel medioevo
show More to view fulltext, buy and share links for:Filosofia in volgare nel medioevo show Less to hide fulltext, buy and share links for: Filosofia in volgare nel medioevoOn a essayé dès le Haut Moyen Age de traduire d’importants textes philosophiques dans les langues vulgaires de l’Europe germanique et romane. Aux XIIè-XIIIè siècles, les vulgarisations deviennent plus complexes et souvent, sous l’apparence de simples “traductions” de textes philosophiques, on trouve des réécritures contenant des ajouts et des commentaires qui peuvent être considérés à juste titre comme des travaux philosophiques autonomes. Dans le contexte de cette littérature prend finalement forme une série d’essais de “faire de la philosophie” en langue vulgaire, qui sont en général l’oeuvre de personnages dotés d’une vaste culture et qui exercent également leur activité en langue latine.
Ce genre de littérature pose de nombreuses questions intéressantes tant pour l’histoire de la philosophie que celle de la culture : existe-t-il une différence entre rédiger de la philosophie en latin ou en langue vulgaire ? Est-ce que le fait d’écrire en vernaculaire implique nécessairement une banalisation du contenu ? L’attitude des auteurs change-t-elle en fonction des différents destinataires ? Peut-on vraiment parler de divers types de public philosophique (clercs, laïcs) bien distincts ? Peut-on établir une typologie des textes philosophiques en vulgaire différente de celle qui existe en latin ?
Ces problèmes sont abordés à l’aide d’un grand choix d’auteurs, parmi lesquels Maître Eckhart, Conrad de Megenberg, le roi Alphonse le Sage, Marguerite Porète, Nicole Oresme, Christine de Pisan, Dante Alighieri, Michele Savonarola et de nombreux auteurs anonymes ou des traducteurs peu connus de questions naturelles ou d’écrits mystiques.
Les chercheurs qui ont collaboré à ce volume sont des spécialistes d’histoire de la philosophie médiévale, de philologie germanique et de philologie romane: A. Beccarisi (Lecce), P. Bertini Malgarini (Cagliari), L. Bianchi (Vercelli), N. Bray (Lecce), S. Caroti (Parma), L. Cifuentes (Barcelona), A. Coco (Lecce), C. Crisciani (Pavia), P. Falzone (Roma), G. Federici Vescovini (Firenze), B. Garì (Barcelona), F. Geymonat (Torino), A. Ghisalberti (Milano), D. Gottschall (Lecce), K. Grubmüller (Göttingen), R. Gualdo (Lecce), A. Musco (Palermo), M. L. Picascia (Pavia), T. Ricklin (Neuchâtel), A. Saccon (Torino), L. Sturlese (Lecce), U. Vignuzzi (Roma), S. J. Williams (Las Vegas).
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Lexiques et glossaires philosophiques de la Renaissance
show More to view fulltext, buy and share links for:Lexiques et glossaires philosophiques de la Renaissance show Less to hide fulltext, buy and share links for: Lexiques et glossaires philosophiques de la RenaissanceComme ceux du moyen âge, les lexiques et glossaires de la Renaissance sont loin d’avoir été tous inventoriés et étudiés. Et pourtant, ils ont été abondamment utilisés par les intellectuels de l’époque qui y cherchaient l’explication de néologismes, l’équivalent de certains termes et des définitions précises de concepts. Si on y ajoute l’étymologie qui accompagnait parfois certains mots, on comprend que ces instruments de travail pouvaient rendre d’énormes services. Cependant, la plupart d’entre eux n’ont pas encore livré tous leurs secrets et les richesses qui s’y trouvent rassemblées, qu’elles soient lexicales, sémantiques ou conceptuelles, méritent de retenir l’attention des chercheurs modernes. Comment comprendre certaines explications de termes données par les intellectuels sans connaître les sources auxquelles ils ont puisé ainsi que l’origine des étymologies qu’ils utilisent ? Il y a donc là un vaste champ de recherche à explorer.
Pour ne pas se perdre dans l’abondance de la matière, ce premier tour d’horizon se limite au domaine philosophique. Les articles des divers spécialistes donnent un aperçu de la problématique et tentent de répondre à une série de questions spécifiques. Il faudrait compléter ultérieurement ce matériel en abordant d’autres domaines du savoir et arriver ainsi à une meilleure connaissance de ces instruments de travail indispensables aux intellectuels de l’époque.
Les exposés sont dus à des spécialistes de la question : C. Blackwell (London), M. Campanini (Milano), C. Codoñer (Salamanca), J. Ducos (Bordeaux), M. Fattori (Roma), J. Hamesse (Louvain-la-Neuve), O. Merisalo (Jyväskylä), M. Mucillo (Roma), S. Nucciarelli (Roma), M. Pade (Copenhague), .M. Regoliosi (Firenze) et G. Stabile (Roma)
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Ratio et superstitio
show More to view fulltext, buy and share links for:Ratio et superstitio show Less to hide fulltext, buy and share links for: Ratio et superstitioTwenty-four critical essays, including a substantial introduction, written by the most distinguished international scholars, make up this volume, in honour of Graziella Federici Vescovini.The essays offer by far the most thorough and thoughtful discussion of relationship between ratio and superstitio, beginning with medieval reflections and ending with “modern” speculation. The unifying themes of these contributions is the spectrum between different forms of reason and superstition. The essays show the tortuous and complex path of philosophical thinking as aiming at truth and discoveries yet previously unknown. This path has not privileged itineraries, but it proceeds by integrations that modify the perspectives continuously, now demonstrating illusory what previously seemed certain, now recuperating in different contexts what was formerly rejected. So what we, the children of modern scientism, might call the foolishness of an epoch (as, for example, medieval judiciary astrology), could well be the scientific wisdom of that epoch. The volume is a broad and suggestive analysis that altogether opens a wide tear in the volume's themes, demonstrating how some authors and some texts have to the modern reader a sense that was not recognized in their time. Anyone with a serious interest in Medieval, Renaissance and “Modern” philosophy will enjoy this invaluable collection.
Original essays by: F. Barocelli, J. Biard, F. Bottin, C. Burnett, G. Cacciatore, F. Cambi, G. D‚Onofrio, J. Hackett, M. McVaugh, G. Marchetti, G. Mari, P. Morpurgo, J. North, A. Pieretti, D. Pingree, O. Pluta, R. Rashed, V. Sorge, F. Tessitore, C. Trottmann, C. Vinti, O. Weijers, P. Zambelli, M. Zanatta.
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Guerriers et moines
show More to view fulltext, buy and share links for:Guerriers et moines show Less to hide fulltext, buy and share links for: Guerriers et moinesDans l'Occident du IXe siècle, les clercs se mirent à rédiger des traités pour définir la conduite que devaient observer les grands aristocrates, désormais envisagés comme les membres d'un « ordre des laïcs ». Un siècle plus tard, les modèles et recommandations proposés dans ces traités se retrouvent dans des récits, souvent composés par des moines, qui racontent la vie et vantent la sainteté de puissants laïcs ayant mené une activité guerrière avant de se « convertir », c'est-à-dire d'entrer au monastère. Ce sont ces Vies ou biographies pieuses, ainsi que le thème de la conversion de leurs protagonistes, qui constituent la matière principale de ce livre: pour la première fois, plusieurs chercheurs procèdent à un examen systématique des récits consacrés à ces saints des Xe, XIe et XIIe siècles, tout à la fois (ou successivement) guerriers et moines.
Dans quel but de tels récits ont-ils été mis par écrit ? À quoi ont-ils servi ? Que nous apprennent-ils sur la société féodale qui les a suscités ? Le développement de modèles de sainteté guerrière et d'un idéal de conversion des puissants est ici mis en rapport avec la réorganisation des structures sociales de l'Occident de cette époque. Les Vies de guerriers convertis participaient à une production idéologique, réalisée localement, au sein des ateliers d'écriture monastiques, qui définissait les formes légitimes de la domination et de la hiérarchie dans la société féodale, ainsi que les rapports entre les deux versants de la classe dominante, les guerriers et les moines.
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Integral Palaeography
show More to view fulltext, buy and share links for:Integral Palaeography show Less to hide fulltext, buy and share links for: Integral PalaeographyBy: Leonard E. BoyleLes articles rassemblés dans ce volume ont tous trait aux manuscrits. On y retrouve la préoccupation constante du Père Boyle d'étudier le codex comme un ensemble et de l'analyser sous divers angles permettant de mieux reconstituer l'histoire du livre médiéval. Il utitlise toutes les ressources de la paléographie, de la codicologie, de l'histoire du texte et de sa décoration pour retrouver les traces du milieu d'origine et les indications nécessaires pour identifier l'auteur de(s) oeuvre(s) et pour situer les différentes étapes de composition du manuscrit. Le livre médiéval est considéré comme un objet archéologique qu'il faut étudier dans son ensemble pour retracer son histoire.
En lisant les études que le Père Boyle nous livre, on se rend compte que la recherche interdisciplinaire est indispensable pour aborder l'examen d'un codex. Tous les détails, même insignifiants à première vue, peuvent apporter un éclairage important. Si la paléographie et l'histoire de l'écriture latine sont au centre des préoccupations de l'auteur, il entend les resituer dans leur milieu d'origine. Et c'est ainsi qu'il en arrive au concept de "paléographie intégrale".
Tout chercheur engagé dans l'étude d'un manuscrit ou dans l'édition critique d'un texte devrait lire les réflexions méthodologiques faites par le Père Boyle, avant d'entreprendre son travail. Les divers exemples qu'il donne pourront servir de modèle à des recherches ultérieures. Tant les philologues que les paléographes, les codicologues que les historiens de l'art trouveront leur bien dans les articles qui ont été réunis. Après les avoir lus, ils ne regarderont plus de la même manière les manuscrits qu'ils étudient.
Puisse cette notion de "paléographie intégrale" ouvrir des horizons nouveaux aux recherches futures et faire entrevoir aux spécialistes des textes la richesse d'une telle approche. Ce serait certainement le voeu le plus cher de l'auteur de ces articles.
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L'histoire du catharisme en discussion
show More to view fulltext, buy and share links for:L'histoire du catharisme en discussion show Less to hide fulltext, buy and share links for: L'histoire du catharisme en discussionDans l'Histoire des ducs de Narbonne de Guillaume Besse parue en 1660, est publiée une charte écrite par des hérétiques rassemblés à Saint-Félix du Lauragais en 1167. On y raconte qu'un certain Papa Niquinta a ordonné des évêques et fait délimiter les diocèses de Toulouse et de Carcassonne. Quoique son authenticité soit mise en doute par certains, depuis cinquante ans ce texte est au fondement de l'histoire de catharisme. En janvier 1999, un débat a été organisé à partir de trois interventions soutenant la possibilité d'un faux et protestant contre la projection de schémas de pensée étrangers au XII e siècle. Ce débat forme la première partie du livre. La deuxième partie rend compte des recherches poursuivies ensuite et menées séparément par une équipe de l'Institut de Recherche et d'Histoire des textes sous la direction de Jacques Dalarun, et par Monique Zerner. De part et d'autre, des découvertes renouvellent la question. Le laboratoire bien vivant des historiens ouvre sa porte et montre ses divergences.
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La figura di San Pietro nelle fonti del medioevo
show More to view fulltext, buy and share links for:La figura di San Pietro nelle fonti del medioevo show Less to hide fulltext, buy and share links for: La figura di San Pietro nelle fonti del medioevoIl questo volume vengono raccolte le relazioni presentate nel corso del Convegno internazionale La figura di san Pietro nelle fonti del medioevo, svoltosi a Viterbo e Roma nei giorni 5-8 settembre 2000 nel contesto dell'evento giubilare Studiorum Universitatum Docentium Congressus.
Il Convegno ha voluto sollecitare una riflessione sulle modalità di ricenzione della complessa personalità di san Pietro nel periodo medievale in ambito storico, filologico-letterario e storico-artistico, facendo emergere spunti e sollecitazioni che potranno suscitare ulteriore dibattito e stimolare nuove ricerche su una figura che ha agito come una forza globalizzante e che, trascendendo un ambito religioso solo all'aparenza, ha influito in modo determinante sulla storia in un'epoca che è stata fondamentale per la construzione di ciò che oggi chiamiamo Europa e cultura occidentale.
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Lexiques bilingues dans les domaines philosophique et scientifique
show More to view fulltext, buy and share links for:Lexiques bilingues dans les domaines philosophique et scientifique show Less to hide fulltext, buy and share links for: Lexiques bilingues dans les domaines philosophique et scientifiqueAuthors: J. Hamesse and Danielle JacquartFaisant partie d'un projet plus vaste de recensement des lexiques et glossaires inédits, cet ouvrage a été conçu comme un complément du volume consacré aux 'Manuscrits des lexiques et glossaires bilingues de l'Antiquité tardive à la fin du Moyen Age'. La terminologie technique qu'elle soit scientifique ou philosophique pose d'emblée deux problèmes : bon nombre de vocables latins sont d'origine étrangère et il convient donc de recourir à des lexiques bilingues pour en saisir le sens exact. Ensuite, la spécificité même du vocabulaire appelle un certain nombre de connaissances de base pour mieux en saisir la portée et les nuances. Des recueils de définitions s'avèrent donc nécessaires pour fournir aux lecteurs les significations diverses qu'un même terme peut avoir.
D'autre part, lorsqu'on aborde la littérature scientifique et philosophique du moyen âge, on se trouve immanquablement confronté aux problèmes de traduction. La terminologie technique constitue évidemment la première pierre d'achoppement pour les traducteurs. Comment rendre de manière précise en latin des vocables grecs, arabes, hébreux ou syriaques, lorsqu'on n'a pas à sa disposition d'équivalent adéquat ou lorsqu'on ne comprend pas la portée exacte d'un terme ? Comment répondre à des exigences de précision, lorsque le bagage linguistique dont on dispose est loin d'être suffisant ? Comment enfin transposer dans une autre langue une matière pour laquelle on n'a pas reçu d'initiation ou d'introduction spécifique ?
Les articles contenus dans le volume tentent d'apporter des solutions aux problèmes évoqués et de répondre aux questions posées. Ils sont l'œuvre de divers spécialistes en la matière : G. Endress (Bochum), J. Hamesse (Louvain-la-Neuve), H. Hugonnard-Roche (Paris), D. Jacquart (Paris), J.-M. Mandosio (Paris), B. Mondrain (Paris), L. Moulinier-Brogi (Paris), J.-P. Rothschild (Paris), G. Troupeau (Paris) et M. Zonta (Roma).
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Filosofia e scienza classica, arabo-latina medievale e l'eta moderna
show More to view fulltext, buy and share links for:Filosofia e scienza classica, arabo-latina medievale e l'eta moderna show Less to hide fulltext, buy and share links for: Filosofia e scienza classica, arabo-latina medievale e l'eta modernaCe volume rassemble les communications faites lors d'un cycle de Séminaires internationaux tenus au "Centro Studi Biagio Pelicani" de Parme. Depuis, ce Centre a été transféré a l'Université de Florence. Ces Séminaires visaient à poser des questions fondamentales qui n 'ont toujours pas trouvé de réponses définitives : malgré le syncrétisme inhérent à la philosophie et à la science du moyen âge, peut-on affirmer que ces dernières représentent une transmission pure et simple de la philosophie et de la science grecques? La dette contractée a l'égard d' Aristote, d'Euclide ou de Ptolémée a-t-elle inhibé la pensée des maîtres médievaux, ou bien, a-t-elle, au contraire, permis une originalité non seulement grâce à l 'influence des trois religions monothéistes, mais également par l 'intermédiaire des réflexions scientifiques de savants juifs et arabes qui vécurent pendant l'âge d'or, c'est à dire du 9e au 12e siècle?
Les recherches menées dans ce volume abordent des arguments très differents à première vue : philosophie de la nature, astronomie, optique, mathématique, physiognomie, iconologie, réthorique, dialectique. En fait, les thèmes ont un lien entre eux si on prend en considération le caractère global des connaissances pendant l' époque médievale. Comment se présente le savoir philosophique et scientifique à la fin du moyen âge et à l'aube de la Renaissance? Tel était le point central de ces rencontres. Les auteurs des divers articles ont tenté d'apporter une réponse à ces questions et de solutionner bien d'autres problèmes historiographiques. On trouve done dans ce livre une perspective nouvelle à propos d'une série de questions spécifiques qui font encore I' objet de discussions jusqu'à aujourd'hui.
Les articles sont dus à des spécialistes des divers domaines concernés : F. Barocelli (Parma), J. Biard (Paris), S. Caroti (Parma), P. Castelli (Ferrara), G. Federici Vescovini (Firenze), S. Feraboli (Genova), R. Fubini (Firenze), M. Mamiani (Udine), R. Morelon (Paris), P. Morpurgo (Parma), J. North (Groningen), R. Rashed, (Paris), V. Sorge (Napoli).
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Les reliques. Objets, cultes, symboles
show More to view fulltext, buy and share links for:Les reliques. Objets, cultes, symboles show Less to hide fulltext, buy and share links for: Les reliques. Objets, cultes, symbolesDepuis le Moyen Age, les reliques ont joué un rôle fondamental dans la vie religieuse, mais aussi économique et politique des sociétés chrétiennes tant occidentales qu'orientales. Pour autant, ce thème est resté jusqu'ici relativement négligé par l'historiographie. Le colloque qui a donné naissance à ce livre constitue une tentative originale pour interpréter le culte et la signification des reliques dans une approche d'anthropologie.
Rassemblant dix-huit spécialistes internationaux de disciplines différentes, alliant histoire et histoire de l'art, l'ouvrage aborde la signification des reliques au fil des siècles sous plusieurs aspects complémentaires: les reliques représentant un trait commun du christianisme, une affaire de foi, des objets de culte et un enjeu de pouvoir. Ce livre met ainsi en relief un phénomène essentiel de l'histoire des sociétés chrétiennes: comment des objets matériels cristallisent et mobilisent les aspirations spirituelles d'hommes et de femmes de toutes époques et de toutes conditions, mais également leurs ambitions politiques et leurs préoccupations quotidiennes.
Les auteurs Edina Bozóky, maître de conférences à l'Université de Poitiers, est l'auteur de publications sur les croyances religieuses et la littérature médiévale; ses recherches actuelles portent sur les aspects symboliques et politiques de la possession de reliques.
Anne-Marie Helvétius, maître de conférences à l'Université du Littoral-Côte d'Opale (Boulogne-sur-Mer), est l'auteur de publications sur le culte des saints et les anciennes abbayes de la Gaule du Nord; ses recherches actuelles portent sur l'hagiographie comme reflet de la société.
Les contributeurs Jean-Pierre Arrignon, Sofia Boesch Gajano, Edina Bozóky, Jean-Pierre Caillet, Alain Dierkens, Jean-Pierre Duteil, Philippe George, Anne-Marie Helvétius, Alain Joblin, Michel Kaplan, Guy Lobrichon, Jean Michaud, Jean-Michel Picard, Henri Platelle, David Rollason, Jean-Marie Sansterre, Jean-Claude Schmitt, Pierre-André Sigal.
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Meeting of the Minds. The Relations between Medieval and Classical Modern European Philosophy
show More to view fulltext, buy and share links for:Meeting of the Minds. The Relations between Medieval and Classical Modern European Philosophy show Less to hide fulltext, buy and share links for: Meeting of the Minds. The Relations between Medieval and Classical Modern European PhilosophyMeeting of the Minds records the proceedings of the S.I.E.P.M. conference held in Boston from June 14-16, 1996. The conference participants centred their attention on the relationships between medieval and classical modern philosophy. These relationships have been painted in dramatically different ways by those who have presented overviews of the two eras. Hans Blumenberg, in The Legitimacy of the Modern Age and his subsequent works, discovers the seeds of modernity in the medieval authors themselves. Leo Strauss and his followers, see a radical difference between the classical world views of the ancients and medievals and the successive layers of modern thought. These general portraits demand specifics, and the strength of the conference, whose results are contained in this volume, was that it provided many specific examinations of concrete relations between the philosophical positions of celebrated medieval and modern thinkers.
Our hope is that this collection of papers will suggest the direction for further cooperative efforts on the interplay of the philosophical views represented by these two eras, and that the issues commonly debated by the medieval and early modern thinkers represented in this volume will give renewed consideration to important philosophical points that have been ignored in more recent debates.
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A la cour de Bourgogne. Le duc, son entourage, son train
show More to view fulltext, buy and share links for:A la cour de Bourgogne. Le duc, son entourage, son train show Less to hide fulltext, buy and share links for: A la cour de Bourgogne. Le duc, son entourage, son trainLa recherche historique manifeste de nos jours une curiosité renouvelée pour le vaste champ des pouvoirs. Au-delà d'une perspective proprement politique, on cherche aujourd'hui à cerner tout ce qui inspire, conforte, justifie ou met en question ces pouvoirs. Si l'autorité s'incarne dans un prince, celui-ci fût-il censé l'exercer pleinement et cultiver ainsi son prestige, elle n'est et ne peut toutefois jamais être l'apanage d'un solitaire.
Autour du gouvernant gravitent des familiers, conseillers, officiers, auxiliaires, serviteurs, personnel de décision ou de simple exécution, chacun selon ses tâches et ses capacités.. Les services domestiques côtoient les figures de proue de la cour et des conseils. Fêtes et deuils les rassemblent dans des célébrations où l'image du maître prend toujours sa place. Des uns, on requiert l'obéissance et le dévouement; des autres, on exige la compétence. Dans ces milieux, on lit et on produit, et cela aussi contribue à forger et à entretenir l'image. Et puis le prince et les siens ne se cloîtrent pas: il est des circonstances où les contacts directs avec les gouvernés contribuent à mieux éclairer aux yeux de la rue ce qu'est et ce que veut montrer d'elle l'autorité, parée de ses atours.
Le présent volume a pour objectif d'illustrer la manière dont, sous ces divers angles, les pouvoirs étaient pensés et vécus chez les princes de Bourgogne.
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An annotated bibliography on Ibn Sina. First supplement (1990-1994)
show More to view fulltext, buy and share links for:An annotated bibliography on Ibn Sina. First supplement (1990-1994) show Less to hide fulltext, buy and share links for: An annotated bibliography on Ibn Sina. First supplement (1990-1994)This first supplement to my An Annotated Bibliography on Ibn Sînâ (1979-1989), published in 1991, informs the reader about all new studies on Ibn Sînâ (Avicenna) published in the period 1990-1994, and also offers corrigenda and addenda to the former bibliography. Also in the supplement, attention is paid to Western, and to non-Western publications. Moreover, it has been tried to be even more exhaustive by including publications, which have not Ibn Sînâ (Avincenna) in the title, but which nevertheless are offering important and innovative information about his life or thought.
First, an overview is given of the new editions and/or translations of Ibn Sînâ's works, which are once more identified according to the classic bibliographies of G.C. Anawati and M.Mehdavî. Hereafter, separate chapters are dedicated to studies of a biographical and a bibliographical nature. No less than ten chapters are devoted to materials dealing with Ibn Sînâ's philosophical thought (e.g., logic, psychology, metaphysics, religious thought, sources, influences both in the East and the West). Finally, materials dealing with Ibn Sînâ's scientific and medical contributions, are treated within two separate chapters. It has to be noted that almost all publications are annotated with a summary of their most original points and a short critical evaluation. An index, which includes the names of all authors, ancient, medieval and contemporary, has been added.
In sum, this work aims at providing a clear, concise and comprehensive work- instrument for all future Avicenna research. It is not only of great interest for all scholars working in Arabic-Islamic philosophy, science and medicine, but also for historians of philosophy and mediaevalists.
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Inventer l'hérésie ?
show More to view fulltext, buy and share links for:Inventer l'hérésie ? show Less to hide fulltext, buy and share links for: Inventer l'hérésie ?Les dix articles réunis dans ce volume sont l'aboutissement d'une série de rencontres sur l'hérésie et les stratégies de l'Eglise. Inventer l'hérésie? Aux sens de créer, découvrir quelque chose de nouveau, trouver, imaginer, imaginer de façon arbitraire, la question se pose dans tous les sens du terme. A partir de l'hypothèse que les discours anti-hérétiques sont construits pour défendre la progression de l'institution ecclésiale et prévenir ou affronter des résistances, tour à tour les auteurs (deux spécialistes de l'Antiquité et huit médiévistes) examinent dans une succession logique les dossiers rencontrés dans leurs propres recherches: saint Augustin contre Fauste, les premiers Pères de l'Eglise contre les chrétiens gnostiques, l'évêque de Cambrai contre les hérétiques d'Arras, l'abbé de Cluny Pierre le Vénérable contre Pierre de Bruis et ses disciples, un certain moine contre l'hérétique Henri et des anonymes contre "l'Hérésie", la défense des prières pour les morts et des dons à l'Eglise pour le salut de l'âme, les rapports du chapitre cathédral de Lyon avec Valdès, le rôle des cisterciens dans la dénomination des "Albigeois".
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Jutta and Hildegard: the Biographical Sources
show More to view fulltext, buy and share links for:Jutta and Hildegard: the Biographical Sources show Less to hide fulltext, buy and share links for: Jutta and Hildegard: the Biographical SourcesBy: Anna SilvasThis book is a comprehensive collection of biographical sources, all translated from the latest critical editions, relating to Jutta of Disibodenberg (1092-1136) and Hildegard of Bingen (1098-1179). Except for the Life of Hildegard they have never been translated before. The Life of Jutta in particular is a major source recently discovered, throwing new light on the early life of Hildegard. The contents include translations with scholarly introductions of the following documents: The Chronicles of Disibodenberg (selections); Charters of Disibodenberg; Documents of Sponheim; The Life of Jutta; Guibert's Letter 38 to Bovo (including his incomplete Life of Hildegard); the Life of Hildegard; Eight Readings to be read on the Feast of St Hildegard; Guibert's Revision of the Life of Hildegard; Charters of Rupertsberg; Canonisation Proceedings.
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Medieval Sermons and Society: Cloister, City, University
show More to view fulltext, buy and share links for:Medieval Sermons and Society: Cloister, City, University show Less to hide fulltext, buy and share links for: Medieval Sermons and Society: Cloister, City, UniversityThe twenty-one essays in this volume focus on medieval sermons and their relationship to the society they reflect and to the diverse audiences they address, broadly divided into three groups: cloister, city and university. The chronological range of the essays extends from the early to the late Middle Ages, touching on the major periods in the history of preaching: monastic texts for use within religious communities; the preaching of pilgrim-missionary monks; sermons from the twelfth-century world reflecting heightened Marian devotion and also viewing the urbanisation of society with alarm; the Fourth Lateran Council in 1215 with its influential legislation on preaching; the vast preaching activities of the mendicant orders, including sermons written for communities of religious women, a crucial part of the cura monialium; the growth of the cathedral schools and the mendicant studia into universities where preachers were educated and aids for preaching and sermon collections were generated in great quuantities; the production of vernacular materials for lay audiences; and the persuasive power of preaching in urban centres such as London, or Florence, where Italian humanism exerted an early influence on the rhetoric of sermons. In all these eras and venues, medieval preachers both reflected and shaped the society around them. The essays in this volume illustrate amply the wealth of material that sermons offer for the social, intellectual, religious and political history of the Middle Ages.
The volume contains three sections: "The Cloister" with an introduction by D.L. Stoudt and articles by Z. Izydorczyk, L. Martin, J. Blaettler, A. Thayer, R.D; Hale, D.L. Stoudt and A. Syring; "The City" with an introduction by A. Thayer and articles by P.B. Roberts, B.M. Kienzle, C.A. Muessig, C. Ho, L. Carruthers, J. Dah,us, P. Horner and P. Howard; and "The University" with an introduction by J. Hamesse and articles by P.B. Roberts, N. Spatz, D. Pryds, E.W. Dolnikowski, and H.-J. Shiewer.
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Pancartes monastiques des XIe et XIIe siècles
show More to view fulltext, buy and share links for:Pancartes monastiques des XIe et XIIe siècles show Less to hide fulltext, buy and share links for: Pancartes monastiques des XIe et XIIe sièclesAuthors: M. Parisse, P. Pégeot and B.-M. TockLes pancartes sont des textes diplomatiques, fréquents aux Xle et Xlle siècles, qui consignent plusieurs actions juridiques, liées ou indépendantes, et qui éventuellement les renforcent par la confirmation d'une autorité laïque ou ecclésiastique. Elles constituent un état intermédiaire entre la charte et Je cartulaire, entre la notice de donation et la charte confirmative. Elles n'éclairent donc pas seulement la constitution ou la gestion du temporel d'un monastère, mais surtout le rapport que les moines entretenaient avec l'écrit : comment, sous quelle autorité, dans quel but mettait-on par écrit les actions juridiques dont on bénéficiait ? Comment gérait-on les archives monastiques ? Elles montrent aussi souvent les différentes étapes nécessitées, entre donation, contestation, renonciation et confirmation, par les cessions de biens et les procès.
Peu étudiées jusqu'a présent, ces sources pourtant très riches ont été placées au centre des débats d'une table ronde tenue en 1994 à l'Université Nancy 2. Par le biais d'études régionales (Normandie, Poitou, Bourgogne, Languedoc, Artois), mais aussi au moyen d'une synthèse sur l'originalité et la constitution de ces documents. L'ensemble de ces travaux permet de préciser ce que pouvait être une pancarte, d'attirer l'attention sur la diversité des types de textes diplomatiques, particulièrement au Xle siècle, et de montrer l'importance des notices de tradition, aujourd'hui presque toutes disparues, mais qui jouèrent un rôle central dans la mémoire monastique aux Xle et Xlle siècles.
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The Medieval Translator. Traduire au Moyen Age
show More to view fulltext, buy and share links for:The Medieval Translator. Traduire au Moyen Age show Less to hide fulltext, buy and share links for: The Medieval Translator. Traduire au Moyen AgeAuthors: Roger Ellis, René Tixier and Bernd WeitemeierMost of the papers in this volume consider translation in medieval England (in both Old and Middle English and Anglo-Norman), though translations into other medieval vernaculars are also represented (Icelandic, Dutch, German), as is translation of classical Greek into Latin. Most of the translations are anonymous, though major translators are also included: Cicero, King Alfred, Robert Grosseteste, Jean de Meun, Chaucer. Several papers consider the troubled times during the late fourteenth and early fifteenth centuries in England, when a number of major translation projects were undertaken; others explore the place of translation in daily life (pro forma letters, gynaecological treatises, forged documents in support of a local shrine, texts rewritten so as to update legal references in them); another considers the importance of paper for the rapid dissemination of translated texts. Also featured prominently is the translation of different sorts of religious texts, originally variously in monastic, eremitical and mendicant milieux, and including the 'translations' for their readers of divine messages received by female visionaries. The more generous understanding of the term indicated by the use of quotation marks for these latter is also reflected in a paper considering representations of heaven and hell in visual arts. All the contributions share an awareness of translation as culturally specific - as originating in and addressing specific contexts: of; for example; nationality, politics, class and gender. Above all, translation as a new thing; with a life of its own, may provide a fuller, as well as a different, realisation of what was only partly present in its original.
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Aux origines du lexique philosophique européen
show More to view fulltext, buy and share links for:Aux origines du lexique philosophique européen show Less to hide fulltext, buy and share links for: Aux origines du lexique philosophique européenLes contributions rassemblées dans ce volume essaient de répondre à la question posée lors de la rencontre: "Le lexique philosophique européen est-il vraiment tributaire de la langue latine"?
L'importance de la latinitas fut telle en Europe que jusqu'au 17e siècle, la plupart des philosophes et des scientifiques rédigèrent encore tout ou partie de leur oeuvre en latin. On ne peut donc pas nier l'importance de la latinité pour l'élaboration de notre patrimoine culturel européen.
Pour retrouver les racines de cette influence, plusieurs contributions analyseront l'impact des traductions latines d'oeuvres philosophiques et scientifiques, réalisées à partir du grec, du syriaque et de l'arabe et tenteront de montrer comment une bonne partie du vocabulaire technique qui est passé dans les langues vernaculaires, y trouve son origine.
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L'enseignement des disciplines à la Faculté des arts (Paris et Oxford, XIIIe-XVe siècles)
show More to view fulltext, buy and share links for:L'enseignement des disciplines à la Faculté des arts (Paris et Oxford, XIIIe-XVe siècles) show Less to hide fulltext, buy and share links for: L'enseignement des disciplines à la Faculté des arts (Paris et Oxford, XIIIe-XVe siècles)Ce volume fait le point sur le contenu et le caractère des disciplines enseignées à la Faculté des arts, principalement celles des universités de Paris et d'Oxford, du XIIIe au XVe siècle, ainsi que sur les méthodes et techniques appliquées dans cet enseignement.
Pour chacune des cinq premières sections: Le cadre institutionnel, Les disciplines du trivium, Les disciplines du quadrivium, Le nouvel Aristote, Doctrines, méthodes et techniques d'enseignement, un rapport de synthèse résume l'état actuel des connaissances et indique les pistes encore à explorer. Viennent ensuite des articles détaillés et le rapport d'une table ronde comprenant la discussion à propos des communications et abordant parfois des sujets complémentaires.
Après un intermezzo consacré à la philosophie et la théologie, la dernière section aborde des horizons différents pour situer le modèle parisien dans une perspective plus large.
Ce volume est le résultat d'un colloque international - organisé dans le cadre d'un programme de recherche commun entre l'Institut de Recherche et d'Histoire des Textes (Paris) et le Constantijn Huygens Instituut (La Haye) - qui a réuni de nombreux spécialistes dans les domaines concernés.
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La parole du prédicateur (Ve-XVe siècle)
show More to view fulltext, buy and share links for:La parole du prédicateur (Ve-XVe siècle) show Less to hide fulltext, buy and share links for: La parole du prédicateur (Ve-XVe siècle)Les textes fondateurs du christianisme évoquent la nécessité pour tous les croyants de diffuser l'Évangile. Pourtant, au Moyen Âge, la prédication fut définie comme la fonction propre de l'« ordre » des clercs, et donc liée à une certaine idée de l'organisation sociale.
Destinée à faire croire et à consolider la société chrétienne, la parole du prédicateur n'eut pas seulement, entre le Ve et le XVe siècle, une efficacité pratique et immédiate; elle fut aussi une représentation que l'institution ecclésiale se donnait d'elle-même. L'affirmation d'un monopole ecclésiastique sur la parole publique légitimait la place particulière occupée par l'Église dans la société médiévale.
Les contributions rassemblées dans ce volume attestent la tension constante, dont se nourrit la prédication de Grégoire le Grand à Luther, entre les exigences propres à une idéologie de l'ordre social et l'idéal que représentait la figure du prophète. Car pour les hommes du Moyen Âge, le prédicateur devait aussi être un prophète, « extérieur » à la société parce qu'en contact direct avec Dieu, pénétrant le sens caché des Écritures et annonçant les mystères divins.
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Néoplatonisme et philosophie médiévale
show More to view fulltext, buy and share links for:Néoplatonisme et philosophie médiévale show Less to hide fulltext, buy and share links for: Néoplatonisme et philosophie médiévaleL'intérêt grandissant de la recherche scientifique de ces dernières décennies pour le courant ultime de la pensée grecque ancienne, qui va de Plotin à ses principaux disciples, est reflété par le nombre important de monographies, d'articles et d'autres textes de recherche, qui sont en grande partie publiés par des participants au colloque de Corfou. Les textes des communications sont présentés selon l'ordre systématique adopté lors du colloque: sujets généraux; périodes historiques; penseurs de la tradition philosophique de l'Occident, de Byzance et du monde arabe. La leçon inaugurale du professeur Éd. Jeauneau, spécialiste reconnu dans le dommaine, fait l'objet de la première contribution sur "Denys l'Aréopagite, promoteur du néoplatonisme en Occident".
Un assez grand nombre de communications propose une nouvelle approche des oeuvres de philosophes du Moyen Âge, comme Abélard, Bonaventure, Thomas d'Aquin, Gilles de Rome, Henri de Gand, Richard Rufus, Jean Wyclif, Arethas, Psellos, Sophonias, Choumnos et d'autres.
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Écrit et pouvoir dans les chancelleries médiévales: espace français, espace anglais
show More to view fulltext, buy and share links for:Écrit et pouvoir dans les chancelleries médiévales: espace français, espace anglais show Less to hide fulltext, buy and share links for: Écrit et pouvoir dans les chancelleries médiévales: espace français, espace anglaisThis volume contains papers presented at a conference, "Théorie et pratique de l'écrit dans les chancelleries royales et princières : l'espace français et anglais", held at the Université du Québec à Montreal in September 1995. Focusing specifically on the study of French and English societies in the late Middle Ages, these papers demonstrate the essential role of the written document in the growth of state power and the development of an effective bureaucracy at all levels of government, from kingdoms to principalities, towns and villages. Emphasis is given to analysis of the strategies by which medieval chanceries attempted to control the quality and authenticity of written documents. The first was the production of written records, the conventions and rules governing their form and content, and authorities who defined and enforced these standards. The second theme was the importance of written documents in administration and justice, and the resulting need to devise means of certification, circulation and conservation. Finally, a third research objective concerned detection and repression of frauds. From Scotland to Provence, by way of Brittany, the contributors cast light on the connection between writing and state formation at the close of the Middle Ages.
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Aristotle in Britain during the Middle Ages
show More to view fulltext, buy and share links for:Aristotle in Britain during the Middle Ages show Less to hide fulltext, buy and share links for: Aristotle in Britain during the Middle AgesThis volume contains the papers given at the S.I.E.P.M. conference held at Trinity College, Cambridge in 1994 on Aristotle in Britain during the Middle Ages. The subject was chosen so as to bring together a wide variety of different specialists and to illustrate the range of Britain's contribution to medieval philosophy. A number of the discussions throw new light on celebrated British medieval philosophers, such as Robert Grosseteste and John Duns Scotus. Others show the importance of less well-known thinkers, such as Richard Fishacre, Richard Rufus and Thomas Wylton. The subjects of the papers range widely, both chronologically - from Anselm of Canterbury in the eleventh century to the political and ethical writers of fifteenth-century Oxford and Cambridge - and in method - from philosophical analyses to manuscript studies.
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Les manuscrits des lexiques et glossaires de l'Antiquité tardive à la fin du moyen âge
show More to view fulltext, buy and share links for:Les manuscrits des lexiques et glossaires de l'Antiquité tardive à la fin du moyen âge show Less to hide fulltext, buy and share links for: Les manuscrits des lexiques et glossaires de l'Antiquité tardive à la fin du moyen âgeDe nombreux lexiques et glossaires qui datent de l'Antiquité tardive et du moyen âge sont actuellement conservés dans divers manuscrits. Mais, malheureusement, seul un petit nombre d'entre eux a été édité. Le but du Colloque était de faire le point de nos connaissances et de déterminer les priorités d'éditions à réaliser. Les auteurs de communications ont essayé de dresser une liste de ces textes inédits et d'examiner les problèmes que rencontrent les chercheurs lorsqu'ils en entreprennent l'édition critique. Ils ont également mis l'accent sur le point de vue méthodologique.
Le volume comprend d'abord un état de la question concernant les lexiques les plus connus. Les communications permettent de voir l'évolution du "genre littéraire" depuis l'Antiquité jusqu'à la Renaissance.
Comme il était impossible de faire le tour de la question tant la documentation est vaste, deux domaines ont été privilégiés: les lexiques et glossaires spécialisés ainsi que les receuils bilingues. Cette première approche a permis de rassembler un matériel en grande partie inédit susceptible de rendre d'innombrables services aux médiévistes.
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Models of Holiness in Medieval Sermons
show More to view fulltext, buy and share links for:Models of Holiness in Medieval Sermons show Less to hide fulltext, buy and share links for: Models of Holiness in Medieval SermonsHagiographers and sermonists came together in 1995 to focus on the sermon, the central literary genre in the life of medieval Christians and Jews and the primary medium for conveying and adapting models of holiness to the public. The contribution in this volume elaborate the sermon's role in constructing and diffusing models of holiness in different cultural and chronological categories, from ninth-century Ireland to late medieval Germany, from the synagogues of medieval Spain to the piazzas of fifteenth-century Florence, and from the secret meetings of heretics to the papal court in Avignon.
While ideals of holiness remained relatively consistent, the practical interpretations varied widely. Among the topics explored are the swift construction and propagation of Becket's cult after his martyrdom; the reappearance of certain biblical figures in different milieux; the non-utilization of non-biblical models; the interpretation of models for lay listeners and female audiences: chronological shifts in the vocabulary of sanctity; the theological basis for encouraging lay preaching; and attitudes in the eve of the Reformation.
Methodological concerns are also elucidated here: the challenge in methodology shared by scholars of Jewish and Christian preaching; the sources other than sermons that bear on preaching; compilers' modifications to their sources; the role sermons played in canonization processes; expanding the definition of a sermon to encopass the activities of lay movements, laywyers, monarchs, and contexts beyond the framework of traditional worship.
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Bilan et perspectives des études médiévales en Europe
show More to view fulltext, buy and share links for:Bilan et perspectives des études médiévales en Europe show Less to hide fulltext, buy and share links for: Bilan et perspectives des études médiévales en EuropeLes études médiévales ont connu une expansion extraordinaire après la seconde guerre mondiale. Depuis trente ans, nos collègues américains organisent chaque année un congrès annuel pour faire le point concernant les progrès réalisés dans les divers domaines concernés. Une expérience similaire n'avait jamais eu lieu en Europe. La F.I.D.E.M. a donc pris l'initiative d'organiser tous les cinq ans un congrès européen permettant de faire le point à propos de nos disciples.
Les bilans contenus dans cet ouvrage sont l'oeuvre des meilleurs spécialistes actuels en la matière. Ils appârtiennent aux différents pays européens, ce qui a permis de dresser un bilan à propos des recherches menées dans notre continent. Ces rencontres perpetten également de montrer aux jeunes chercheurs les perspective d'avenir dans chaque domaine.
L'Europe actuelle doit au moyen âge une grande partie de son patrimoine culturel. Ces congrès sont donc l'occasion de retrouver nos racines communes et de proposer de nouveaux sujets de recherce à explorer.
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Pratiques de la culture écrite en France au XVe siècle
show More to view fulltext, buy and share links for:Pratiques de la culture écrite en France au XVe siècle show Less to hide fulltext, buy and share links for: Pratiques de la culture écrite en France au XVe siècleCe volume rassemble les contributions présentées au cours du colloque tenu à Paris en mai 1992 en l'honneur de Gilbert Ouy. L'histoire intellectuelle du Moyen Age tardif a été l'object privilégié des recherches menées par Gilbert Ouy et l'equipe qui s'est formée autour de lui. Ce recueil qui constitue une réflexion de synthèse sur l'activité culturelle en France à cette période représente une mise au point sur l'état de la recherche ainsi qu'un instrument de travail indispensable à sa poursuite.
La culture écrite et les pratiques qui la concrétisent dans les productions littéraire, historique, diplomatique, etc. témoignent de l’activité créatrice de toute une époque. Aussi ont-elles été envisagées selon une approche globale: les auteurs et les textes sont inséparables des livres et des lectures, ainsi que des institutions qui produisent et transmettent la culture; ils sont également inséparables de la société et des divers centres de pouvoir qui la favorisent ou tentent de la contrôler. L'ouvrage s'organise en trois parties. I. L'humanisme en France au XV e siècle: les origines du mouvement, les facteurs qui en ont conditionné le développement, son impact. II. Société, politique et culture écrite: le lien entre culture et institutions, scolaires, religieuses et politiques; l'émergence du pouvoir étatique royal; continuités et innovations dans les modèles culturels et linguistiques. III. Livre, culture, société: les modes de production, de circulation et de conservation du livre manuscrit et imprimé: les articulations entre monde du texte et monde de la lecture: l'image comme outil culturel et idéologique.
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Rencontres 4/1995 - Société et Eglise
show More to view fulltext, buy and share links for:Rencontres 4/1995 - Société et Eglise show Less to hide fulltext, buy and share links for: Rencontres 4/1995 - Société et EgliseCe volume rassemble les contributions présentées au cours du colloque international tenu à Cracovie en juin 1993. La S.I.E.P.M. avait choisi comme thème de sa rencontre annuelle Société et Église. Textes et discussions dans les universités d'Europe centrale à la fin du moyen âge. Cette période marque une intense activité dans les universités d'Europe centrale et on constate que l'université de Prague va y jouer un rôle de premier plan.
Les problèmes des relations entre l'Église et la societe, de la conception et de la reforme de l'Église, du conciliarisme, du hussitisme, ainsi que les questions sociales et économiques donnèrent lieu à des discussions très vives à Cracovie et à Prague, de même que dans d'autres universites d'Europe centrale vers la fin du moyen âge. L'Université de Prague fut pendant le XIVe siècle un centre intellectuel de première importance pour toute la chrétienté.
Les communications des différents conferenciers nous introduisent done au coeur de la vie intellectuelle de 'Europe centrale pendant la fin du moyen âge. Cette période est moins bien connue. L'ouvrage permet d'avoir un aperçu de l'activité culturelle dans une région qui a joué un rôle déterminant pendant le moyen âge tardif.
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Vocabulary of Teaching and Research Between Middle Ages and Renaissance
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Filosofia e teologia nel trecento
show More to view fulltext, buy and share links for:Filosofia e teologia nel trecento show Less to hide fulltext, buy and share links for: Filosofia e teologia nel trecentoLa breve ma intensa attivita di ricerca di Eugenio Randi (Milano 1957- 1990) è stata guidata dall'esigenza di superare l'unilaterale immagine del secolo XIV come età di crisi, dissoluzione e decadenza intellettuale, per riconosceme il'pluralismo', Ia straordinaria creatività, il ruolo decisivo nel processo di formazione della cultura europea. Oltre a rappresentare una concreta testimonianza della vasta risonanza che il lavoro di questo giovane medievista ha avuto, non solo in Italia, la raccolta di studi con cui amici e colleghi hanno voluto ricordarlo mira proprio a mettere nel dovuto risalto come il profondo rinnovamento delle forme, dei metodi e dei contenuti del sapere scolastico realizzatosi nel Trecento abbia consentito di raggiungere fecondi risultati teorici in teologia, in logica, nella filosofia naturale, nelle dottrine etico-politiche. Attraverso una molteplicita di approcci e senza Ia pretesa di offrire una sintesi a tutt'oggi prematura, questo volume propone sia originali riletture di aleuni episodi (lo statuto parigino del 1340) ed autori (Eckhart, Ockham, Holcot, Buridano) che hanno segnato una vera svolta nel pensiero tardomedievale, sia nuove prospettive su figure, testi e temi meno noti ma altrettanto essenziali per comprendere la ricchezza di un secolo non ancora sufficientemente esplorato.
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La formation du vocabulaire scientifique et intellectuel dans le monde arabe
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Rencontres 3/1994 - Diálogo filosófico-religioso entre cristianismo, judaísmo e islamismo durante la edad media en la península iberica
show More to view fulltext, buy and share links for:Rencontres 3/1994 - Diálogo filosófico-religioso entre cristianismo, judaísmo e islamismo durante la edad media en la península iberica show Less to hide fulltext, buy and share links for: Rencontres 3/1994 - Diálogo filosófico-religioso entre cristianismo, judaísmo e islamismo durante la edad media en la península ibericaEn la sociedad medieval hispana coexistieron tres grandes grupos · sociales que profesaban religiones distintas y disponían de manifestaciones culturales propias ; lo que inevitablemente proporcionó a la Península Ibérica una cierta originalidad y particularidad, haciendo de ella un país diferente sin separarlo de la Cristiandad.
Esta peculiaridad condujo a una actitud de diálogo, de colaboración y de confrontación (que probablemente sólo tuvo lugar en la Península Ibérica) entre representantes de tres religiones y tres culturas diferentes : cristianismo, judaísmo, islamismo.
El progresivo intercambio entre las culturas cristiana, árabe y judía abrió, dentro de la Península, una época de esplendor con huellas indelebles en los diferentes campos de la ciencia y de la técnica, que se expandió muy pronto y permitió a los centros intelectuales europeos adquirir conocimientos del saber oriental y entrar de nuevo en contacto con la antigüedad. Es decir, Hispania, lugar de encuentro de las tres culturas, fue, a la vez, puerta y puente cultural entre Oriente y Occidente.
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Rencontres 2/1992 - Méthodologies informatiques et nouveaux horizons dans les recherches médiévales
show More to view fulltext, buy and share links for:Rencontres 2/1992 - Méthodologies informatiques et nouveaux horizons dans les recherches médiévales show Less to hide fulltext, buy and share links for: Rencontres 2/1992 - Méthodologies informatiques et nouveaux horizons dans les recherches médiévalesLe volume est destiné à attirer l 'attention des chercheurs sur les possibilitès nouvelles offertes par l'utilisation de l' ordinateur dans les divers domaines d'étude du moyen âge. Il s'adresse à tous les médiévistes soucieux de faire le point concemant l' aide que l'informatique peut apporter à ceux qui étudient les textes médiévaux sous leurs différents aspects.
Les exposés sont orientés autour de deux axes principaux : les instruments de travail disponibles et les possibilites d'analyse des textes. Les médiévistes trouveront dans les pages qui suivent une série de contributions destinées à leur montrer l'aide qu'ils sont en droit d'attendre de l'informatique pour repérer les manuscrits d'une oeuvre, pour en faire une description codicologique, pour préparer des éditions critiques ou pour dresser la bibliographie d'un sujet donné.
Depuis quelques années, les banques et les bases de données se sont multipliées et deviennent accessibles à tous. Les ordinateurs personnels et portables ont changé profondément la manière de travailler. Il est désormais possible d'avoir accès à de grands ensembles de textes, de repérer plus facilement les sources utilisées par les auteurs du moyen âge et d'identifier citations ou réminiscences. Les oeuvres peuvent être analysées tant au niveau lexicographique que conceptuel à l'aide des concordances et index qui ont été réalisés. Il a donc semblé utile de montrer comment les spécialistes pouvaient exploiter ces instruments de travail nouveaux.
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Vocabulaire des écoles et des méthodes d'enseignement au moyen âge
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Actes du colloque 'Terminologie de la vie intellectuelle au moyen âge' Leyde-La Haye 20-21 septembre 1985
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English Logic and Semantics, from the End of the Twelfth Century to the Time of Ockham and Burleigh.
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