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Il contributo presenta i risultati di una prima indagine relativa all’uso dei tempi verbali dell’indicativo nelle Confessioni di sant’Agostino secondo la prospettiva dell’estetica della ricezione, sfruttando anche alcune suggestioni offerte dalle teorie di Harald Weinrich. In tale ottica vengono analizzati a titolo di esempio i racconti di conversione in quanto esemplari del percorso esistenziale dell’autore. Particolare rilievo assume l’uso del piuccheperfetto come tempo della retrospezione, ad indicare i momenti in cui Dio, dall’Eternità in cui è da sempre e per sempre, si fa presente nella storia umana e nello spe cifico nella vita di Agostino.
AbstractThe paper presents the results of an initial analysis of indicative verb tenses in Saint Augustine’s Confessions according to reception aesthetics and some suggestions taken from the theories of Harald Weinrich. The tales of conversion are analyzed from this prospective as examples of the author’s existential itinerary. The use of the past perfect gains particular significance as a tense for retrospection by pointing out times when God, from eternity in which He is always and forever, becomes present in human history and in Augustine’s life in particular.