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Fino al 1903, solo chi era stato a stretto contatto con Gabriele D’Annunzio in ambiente scolastico e familiare poteva essere a conoscenza di un suo primo confronto con la materia antica consistente in quattro saggi di materia oraziana composti fa 1879 e 1881, quasi totalmente dimenticati dalla critica. L’analisi formale rivela un precoce esempio di «prosa d’arte» dannunziana; emerge, inoltre, che l’attività di «chiosatore» fu il pretesto per un produttivo confronto con l’ars oraziana che si traduce in un’anticipazione e dichiarazione di poetica: quello stesso fenomeno cui Giorgio Pasquali accennerà nel saggio Classicismo e classicità di Gabriele D’Annunzio.
Contemporanee, o poco successive, furono le traduzioni che D’Annunzio realizzò a partire da diciannove componimenti latini (da Catullo, Tibullo e, soprattutto, Orazio) e da quattro inni omerici; questi testi sono presenti in appendice a Primo vere, la prima raccolta poetica dell’autore.
Una puntuale analisi dei commenti e delle traduzioni ha permesso di rilevare le tendenze stilistiche del poeta-traduttore e alcuni punti di riflessione per quanto concerne il rapporto fra letteratura classica e Opera dannunziana.
AbstractUntil 1903, only those who had been in close contact with Gabriele D’Annunzio in school and family environment could be aware of a first confrontation with the ancient subjects consisting of four Horatian essays composed between 1879 and 1881, almost completely forgotten by the critic. Formal analysis reveals an early example of Dannunzian «art prose»; it also emerges that annotator activity was the pretext for a productive confrontation with the Horatian ars, which becomes an anticipation and a statement of poetics: the same phenomenon that Giorgio Pasquali mentions in the essay Classicismo e classicità di Gabriele D’Annunzio.
Contemporary, or shortly following, were the translations made by D’Annunzio from nineteen Latin poems (from Catullus, Tibullus and, above all, Horace) and four Homeric hymns; these texts are in appendix in Primo vere, the first poetic collection of the author.
A thorough analysis of commentaries and translations allowed to discover poet-translator’s stylistic tendencies and some points of reflection regarding the relationship between classical literature and Dannunzian works.