Rome and After in Central and Eastern Europe
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Dacia Ripensis
Topografia e cristianizzazione di una provincia danubiana nella Tarda Antichità
La Dacia Ripensis fu una provincia danubiana la cui esistenza si data fra gli anni ‘80 del III secolo e i primi anni del VII. Il suo territorio funse da cerniera fra il medio ed il basso corso del Danubio e al tempo stesso da raccordo fra il barbaricum e l’entroterra illirico. L’urbanizzazione vi ebbe un modesto successo; cionondimeno essa favorì la romanizzazione della provincia dove la militarizzazione si manifesta invece in modo evidente grazie a quanto noto dalla Notitia dignitatum e dall’archeologia. L’attenzione per la difesa dell’area era del resto giustificata per via della pressione esercitata da popolazioni come Goti Unni Slavi e Avari che condizionarono la storia dell’intera penisola proprio attraversando la Dacia Ripensis.
Dalle fonti letterarie è noto che la provincia fu anche interessata dalla diffusione della religione cristiana le cui prime testimonianze si datano ai primordi del IV secolo. Il processo rese possibile l’ascesa di sedi vescovili assai implicate nelle dispute teologiche e nella lotta a dottrine eretiche localmente diffuse ancora nel VI secolo. L’archeologia ha permesso di riconoscere la graduale formazione di questa rete ecclesiastica che in forme monumentali è riconoscibile sia in ambito urbano che rurale. Nonostante la sua importanza questa provincia è stata finora studiata solo occasionalmente e questo volume vuole ovviare a questo problema proponendo uno studio aggiornato mirato a definire le conoscenze storiche e archeologiche necessarie alla comprensione generale della topografia provinciale così come alla contestualizzazione del processo di cristianizzazione di questa porzione dell’area danubiana.
La basilique Saint-Irénée de Sirmium et sa nécropole
Les fouilles franco-yougoslaves dirigées conjointement par Noël Duval (1929-2018) et Vladislav Popovic (1930-1999) d’abord à Sirmium de 1973 à 1978 puis à Caricin Grad de 1978 à 1991 demeurent encore aujourd’hui un modèle de collaboration archéologique internationale. Du fait de leur impressionnant bilan les deux missions participèrent pleinement à la mise en valeur du patrimoine romain sur le territoire de l’actuelle Serbie de même qu’à la démonstration de l’intérêt de la période que l’on qualifie aujourd’hui d’Antiquité tardive. Dédié à la mémoire des deux grandes figures susmentionnées le présent ouvrage unit les découvertes restées inédites de l’exploration franco-yougoslave de la basilique Saint-Irénée de Sirmium menée entre 1976 et 1977 avec celles faites plus récemment soit en 2002 et en 2016 à l’occasion des travaux conduits sur le site de la nécropole environnante de cette église paléochrétienne par l’équipe de l’Institut archéologique de Belgrade. Les résultats obtenus par de véritables « pères fondateurs » se retrouvent donc ici associés à ceux de générations qui ont été formées dans la suite directe des importantes avancées scientiques non seulement en termes de données mais aussi de méthodologie dont ils furent à l’origine.