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1882

« Et non videbam ibi amorem, sed videbam illam rem inenarrabilem ». Amore e perfezione nel di Angela da Foligno

Nel di Angela la “meccanica” di un amore conquistato e goduto in seguito al solo merito ascetico, e aborrita. Il fallimento di ogni metodica nell’invenire una relazione intima con Dio apre alla precisazione che l’imperfezione dell’uomo - e non la sua supposta perfezione raggiunta - e posta, come si dice fin dal dello stesso , nella condizione esperienziale di ricevere il “tesoro nascosto” custodito nella tenuta del Vangelo che - fuori di matafora -, significata dal ricordato tema d’amore, l’esperienza di Angela e di coloro che sono veramente fedeli, mostrano, vedono e toccano davvero il Cristo incarnato. Per quanto scomposto, farraginoso e imperfetto, il testo - la stessa redazione del testo e consapevole della sua inadeguatezza linguistica rispetto al soggetto trattato - relaziona sulla certezza esperienziale che Dio concede di sé ai suoi amici. Ad una teologia che andava sempre piu graduando uno stato di “beatitudine” raggiungibile per il tramite di estenuanti e lineari progressioni, si oppone, senza imbarazzo, una linea dalla dimensione europea coeva di pensiero mistico - e non solo femminile - che rifiuta le procedure meritorie non contemplate entro l’orizzonte di una relazionalita (d’amore), dichiarata, tra l’altro, essenziale al discorso di fede cristiana da sempre a livello dottrinale e culminate nell’unione con Dio.

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