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Il territorio del basso Adige, già dipendente dalla città romana di Este e in età carolingia comitato di Monselice, tra il 952 (istituzione della Marca di Verona da parte di Ottone I) e la fine dell’XI secolo (nell’età di Matilde di Canosssa) diviene strategico nei rapporti tra l’impero e l’emergente Venezia. Vi dominano personaggi di grande rilievo pubblico che, in qualità di marchesi, si muovono al vertice dell’impero: da Almerico II, morto nel 955, a Ugo il grande di Toscana (dal 970 al 1001) ad Alberto Azzo I (agli inizi dell’XI secolo). Il figlio di questi, Alberto Azzo II (996-1097), è il padre del duca di Baviera Guelfo IV ed uno dei protagonisti della lotta per le investiture al fianco di Matilde che nel 1089, a 43 anni, ne sposa il sedicenne nipote Guelfo V. Il ruolo di primo piano di queste aristocrazie si coglie, nel basso Adige, nell’alto livello architettonico delle fondazioni religiose, delle quali, grazie a recenti ricerche, è ora possibile proporre piante, sequenze e ipotesi di datazione. In questo contributo vengono analizzati due complessi (Santa Maria della Vangadizza e Santa Maria di Carceri), fondati come collegiate poco prima, rispettivamente, del 955 e del 1078, trasformati poi entrambi in monasteri.