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Il presente contributo ha un duplice oggetto:
1) Si propone una nuova etimologia per il termine arbiter, come nomen agentis di un intensivo *arbito da *arbo, ricostruito sulla base del dubo, conservato in una glossa di Festo, su cui la lingua crea l’ampiamente attestato frequentativo-intensivo dubito, visto che la connessione di tale termine con baeto, sostenuta, sia pure dubbiosamente sia nel Walde-Hofmann sia nell’Ernout-Meillet che, da ultimo, nel recentissimo De Vaan, non appare convincente. Il termine indicherebbe, dunque, da un punto di vista etimologico «colui che si trova di frequente presso qualcun altro».
2) Attraverso una rivisitazione dell’esito in latino di dentale+dentale, per cercare di dimostrare che in taluni casi, oltre a quello ben noto di -ss, possiamo avere anche -st, si difende l’etimologia della parola custos come connessa con il grado zero della radice di sedeo, mostrando tuttavia, al tempo stesso, che il termine originariamente non debba essere interpretato come «colui che siede accanto a qualcosa di nascosto», ma come «colui che siede accanto a qualcosa che è contenuto dentro qualcosa».
AbstractThis paper has a double subject:
1) We suggest a new etymology of the word arbiter, which should be intended as nomen agentis of an intensive verb *arbito from *arbo, just like from dubo, attested in Festus, Latin language has created dubito, since is not convincing connection of this word with baeto, which we find in Walde-Hofmann, in Ernout-Meillet and, most recentrly, also in de Vaan. So, from an etymological point of view, the word would mean «who is often close by somebody else».
2) Through reconsidering in Latin language the outcome of apical+ apical cluster, in order to point out that sometimes, apart from the well-known -ss, we find also -st, we defend etymology of the word custos as connected with the zero grade of the root of sedeo, showing, at the same time, that the original meaning of the word is not «who sit close to something hidden» but «who sit close to something which is contained in something else».