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Le ricerche sulla produzione figurativa dell’antichità cristiana che si svilupparono soprattutto in direzione dell’indagine iconografica, hanno contribuito alla definitiva identificazione dei temi figurativi in rapporto ai rispettivi referenti scritturistici. L’arte paleocristiana rappresenta una manifestazione organizzata in codici predisposti per la comunicazione rapida ed efficace di concetti, misteri e dogmi, tutti gravitanti attorno all’orbita della salvezza. In quest’ottica vengono trattati anche i temi neotestamentari che si muovono tutti attorno a un perno palesemente cristologico, presentando il Cristo come attore instancabile di forza salvifica e positiva.
Per la prima metà del sec. IV, ad Aquileia si attestano due indirizzi con maestranze di diversa cultura, da una parte continua la produzione dei grandi sarcofagi architettonici, indirettamente documentata dai ritratti acroteriali e forse anche da un frammento con Monogramma cristologico, dall’altra si importano opere dai centri della cultura ufficiale (Roma e Milano), a cui s’ispirano maestranze colte con la creazione di opere talora originali. Nella seconda metà del sec. IV, mentre la Chiesa di Aquileia viveva la sua più bella stagione, la rinascenza teodosiana si manifesta nel tipo di sarcofagi detto “ad alberi” e in quello “a porte di città”.