Full text loading...
Le testimonianze storiche su San Francesco provenienti dal territorio croato e risalenti all’epoca della sua vita sono ancora poco chiare, a differenza di alcune certe rappresentazioni duecentesche e trecentesche della figura del Santo. La sua immagine più antica la riconosco su un monumentale Crocifisso dipinto a Split, che per le ragioni stilistiche viene datato in tardo Duecento, e poiché si tratta di una rarità merita un’analisi e contestualizzazione nell’ambito della pittura regionale dell’epoca romanica. Distinguendosi anche per i tratti realistici dei ritratti, quest’opera e la cronologicamente prima che presenta la figura del santo eremita nella tradizione occidentale. Le due rappresentazioni di San Francesco, che si trovano su un sarcofago lapideo di Dubrovnik, usano note formule iconografiche del Trecento caratterizzate dalla simbolica gotica. Insieme agli altri rilievi sulla tomba di un notabile in claustro francescano, essi meritano attenzione in quanto rivelano alcuni tratti della dinamica di sviluppo della scultura locale, manifestando i legami al livello ideologico e morfologico con la cultura del primo umanesimo intorno alla meta del Trecento. Questi legami sono indubbiamente dovuti agli spostamenti dei membri dell’ordine francescano, come dimostrano anche le due opere dal loro monastero zaratino. Sia sul Crocefisso argenteo parzialmente dorato, creato intorno al 1380, che sul coro ligneo intagliato intorno al 1395, si trova la scena del San Francesco che riceve le stigmate che usa uno schema compositivo giottesco. Il secondo esempio diventa ancora più importante in quanto il rilievo contiene la prima rappresentazione notaci di un paesaggio pittoresco nell’arte dalmata. Tutte queste opere medievali d’altissimo valore confermano una precoce accettazione di temi e motivi legati al culto di San Francesco in arti figurative lungo la costa croata, un’area che contribuisce assai alla sua disseminazione grazie ai benefattori e committenti, ma anche alle maestranze di varia origine.