Full text loading...
Il monastero di Santa Maria di Pedralbes, fondazione reale del 1326, è uno dei centri catalani più rilevanti per mostrare il rapporto fra mondo francescano, corte e Corona, quando questa sceglie come luogo di sepoltura le costruzioni dell’Ordine mendicante. Trasformato in residenza della regina vedova, Elisenda di Montcada, Pedralbes ci offre in scala ridotta un progetto affine a quello del pantheon reale di Santa Chiara a Napoli. I diversi spazi chiusi di questo convento di clarisse, costruiti nel secondo quarto del XIV secolo, furono decorati con interessanti cicli di affreschi di cui restano vestigia frammentarie nel chiostro e negli spazi conosciuti come l’Abadía o l’Ángel. Senza dubbio, la decorazione della cosiddetta cappella di San Michele risalta tanto per il suo stato di conservazione, il suo programma iconografico e le caratteristiche generali, come per la documentazione del 1343 e del 1346 che si riferisce a questi affreschi come opera commissionata alla bottega di Ferrer Bassa dalla badessa Francesca de Saportella. Due contratti ricchi di dettagli che descrivono le clausole del lavoro da eseguire e il soggetto delle pitture. Il fine essenziale dallo studio sarà analizzare, senza sfuggire a esame altre opere francescane presenti nei paesi della Corona catalano-aragonese, alcune delle singole chiavi di un programma iconografico complesso che si sovrappone a una base stilistica in diretta relazione con il mondo italiano e con l’adeguamento dei contenuti e delle immagini a un peculiare ambiente francescano.