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In questo intervento si ripropone qualche spunto di riflessione sull’analisi dell’originario programma iconografico delle cappelle absidali, sull’identificazione di alcune scene frammentarie poco considerate e sulla loro sistemazione cronologica, nonché sui modelli a cui la committenza francescana fece riferimento nel decidere i soggetti della campagna decorativa della prima metà del Trecento. Gli affreschi più antichi furono eseguiti da un artista di grande qualità, il cui linguaggio figurativo si colloca tra il bizantinismo neoellenistico lagunare e la tradizione giottesca dell’entroterra veneto verso il 1310. Ad una seconda campagna decorativa (1320 circa), opera di un maestro che si rifà più strettamente alle novità dello stile di Giotto a Padova, appartengono le figure sulla parete di fondo: san Ludovico di Tolosa, san Francesco d’Assisi e sant’Antonio di Padova. L’insistenza su temi molto cari ai Minori, quali i santi principali dell’Ordine, il Lignum vitae di Bonaventura da Bagnoregio e i martiri di Thana rendono la decorazione della chiesa di San Francesco estremamente interessante. Molte delle soluzioni iconografiche e decorative presenti in San Francesco a Udine si ritrovano anche nella chiesa francescana di San Fermo Maggiore a Verona, al punto da suggerire l’ipotesi che essa fosse stata presa come modello privilegiato dai frati udinesi.