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1882
Volume 68, Issue 2
  • ISSN: 0392-4556
  • E-ISSN: 2611-7649
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Abstract

Abstract

Il saggio intende analizzare lo sguardo metodologico di Edith Stein nei confronti dell’ontologia per evidenziarne i tratti indicativi di un discorso aperto al ripensamento dell’ontologia stessa in termini trinitari. Il percorso dell’autrice in , con particolare attenzione all’, evidenzia la relazione tra essere finito e infinito che si esprime in una presenza dell’immagine trinitaria all’interno del creato, pur in forma imperfetta. Solo l’essere umano individuale, in quanto essere spirituale, si avvicina maggiormente alla Trinità e può fare esperienza di inabitazione della Trinità.

Klaus Hemmerle diventa allora l’interlocutore che prova a sviluppare tale discorso descrivendo una ontologia che vuol essere dapprincipio trinitaria. Nelle egli delinea i tratti essenziali della medesima, riconducibili primariamente al modello pericoretico della vita intratrinitaria: è nel reciproco donarsi delle tre divine Persone, perdendosi a se stesse per far essere le altre, che si esprime l’unitarietà dell’essere molteplice. Luogo d’eccellenza per rinvenire questa traccia trinitaria è la vita di comunione tra le persone. Si può, allora, dire che l’operazione della Stein pone un tassello inevitabile e irrinunciabile nel mosaico di un’ontologia trinitaria, mentre Hemmerle ha il merito di averla chiaramente tematizzata e ulteriormente sviluppata.

Abstract

The present essay offers an analysis of Edith Stein’s methodological approach to ontology and attempts to show that its main features favour a reassessment of ontology as Trinitarian. Finite and Eternal Being, with its particular emphasis on , stresses that the relationship between finite and infinite being is expressed, although imperfectly, in the image of the Trinity present in created things. Amongst creatures, it is in the human person that we find the closest ressemblance to the Trinity.

This same theme is developed by Klaus Hemmerle in his description of a new Trinitarian ontology. The essential characteristics of this ontology are exposed in his as fundamentally related to intra-Trinitarian perichoresis: it is in the reciprocal gift of self of the divine Persons, who lose themselves so that the others may be, that the unity of multiple being is expressed. It is in communion among persons that we find the most adequate reflection of the Trinity. While Stein’s contribution to the mosaic of Trinitarian ontology is invaluable, Hemmerle’s merit lies in having clearly defined and then developed the concept.

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2017-07-01
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